Vita Chiesa

Papa Francesco: a giovani imprenditori francesi, conciliare mercato e messaggio evangelico «non è un’utopia»

«Non è facile, nel quotidiano, conciliare le esigenze della fede e l’insegnamento sociale della Chiesa con le necessità e i vincoli imposti dalle leggi del mercato e della globalizzazione. Ma ritengo che i valori evangelici che volete attuare nel dirigere le vostre aziende, come pure nelle molteplici relazioni che intrattenete nel quadro delle vostre attività, siano l’occasione di una genuina e insostituibile testimonianza cristiana». Lo ha detto il Papa, ricevendo oggi in udienza una delegazione di giovani imprenditori francesi. «Non è mai stato facile essere cristiani e avere gravi responsabilità», ha ammesso Francesco, ma «il messaggio evangelico, un messaggio apparentemente debole rispetto alle potenze mondane del potere e del denaro, non è un’utopia»: «con la forza dello Spirito Santo e il sostegno della fede di coraggiosi discepoli missionari, può diventare realtà, una realtà sempre incompiuta, certo, e da rinnovare».

«I conflitti di coscienza nelle decisioni quotidiane che dovete prendere sono – immagino – numerosi», ha detto il Papa: «Da un lato, la necessità che vi è imposta – spesso per la sopravvivenza delle aziende, delle persone che vi lavorano e delle loro famiglie – di conquistare mercati, aumentare la produttività, ridurre i ritardi, ricorrere agli artifici della pubblicità, incrementare i consumi; e d’altra parte le esigenze sempre più urgenti di giustizia sociale, per garantire a ciascuno la possibilità di guadagnarsi da vivere dignitosamente. Penso alle condizioni di lavoro, ai salari, alle offerte di impiego e alla loro stabilità, nonché alla protezione dell’ambiente». «Come vivere questi conflitti nella serenità e nella speranza, mentre l’imprenditore cristiano è a volte portato a mettere a tacere le proprie convinzioni e i propri ideali?», si è chiesto Francesco, che ha citato la Gaudium et spes a proposito del ruolo dei laici e della loro «responsabilità», da assumere «alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del magistero».

«Suscitare un grido di allarme per il deterioramento della nostra casa comune, come pure davanti al moltiplicarsi delle povertà e delle schiavitù che conoscono oggi innumerevoli esseri umani», partendo dalla consapevolezza che «tutto è collegato». È il compito affidato dal Papa, sulla scorta della Laudato si’, ai giovani imprenditori francesi. «Anche in maniera modesta, in alcuni cambiamenti concreti di abitudini e di stile, sia nelle relazioni con i vostri collaboratori diretti, o meglio ancora nella diffusione di nuove culture aziendali, vi è possibile agire per cambiare concretamente le cose e, a poco a poco, educare il mondo del lavoro a uno stile nuovo», l’invito di Francesco: «Avete anche l’opportunità di riunirvi tra voi, di lavorare insieme, di fare proposte a tutti i livelli, di partecipare alle decisioni politiche».

Si tratta, come ha evidenziato il recente Sinodo sull’Amazzonia, di operare una «conversione», ha spiegato il Papa: «La conversione è un processo che agisce in profondità: un processo forse lento, all’apparenza, soprattutto quando si tratta di convertire le mentalità, ma l’unico che consente progressi reali, se attuato con convinzione e determinazione mediante azioni concrete». «Conversione ecologica» e «conversione spirituale», per Francesco, vanno insieme: «La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo», percorrendo la «via della semplicità e della sobrietà».