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Papa Francesco: a Forum di Davos, «mettere persona a centro politiche pubbliche»

Un luogo dove «la volontà politica e la mutua cooperazione possono essere guidate e rafforzate per superare isolazionismo, individualismo e colonizzazione ideologica». Così il Papa, nel messaggio inviato a Klaus Schwab, presidente esecutivo del «World economic forum» (Wef), definisce il meeting annuale che si svolge a Davos-Klosters (Svizzera) dal 21 al 24 gennaio. 

C’è bisogno di “un maggiore impegno a tutti i livelli per affrontare con più concretezza le diverse sfide che l’umanità si trova ad affrontare”, si legge nel testo. In questi 50 anni, “abbiamo assistito a trasformazioni geopolitiche e cambiamenti significativi, dall’economia ai mercati del lavoro fino alla tecnologia digitale e l’ambiente”. “Molti di questi sviluppi hanno portato beneficio all’umanità, mentre altri hanno avuto effetti perversi e creato significative lacune nello sviluppo”, l’analisi del Papa, secondo il quale non dobbiamo mai dimenticare che “siamo tutti membri dell’unica famiglia umana”: di qui l’“obbligo morale” di “mettere la persona umana, piuttosto che il mero perseguimento del potere o del profitto, al centro delle politiche pubbliche”.

Anche il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, in occasione del Forum di Davos, ha lanciato il grido di allarme: “Siamo tutti sulla stessa barca! Non c’è posto per l’indifferenza; e non c’è tempo per l’indecisione. Molti dei leader politici e globali del nostro mondo sono tra noi. Li esortiamo ad essere più ambiziosi nella loro legislazione e più tenaci nella loro azione”.