Vita Chiesa

Papa Francesco: a Figlie di San Paolo, «attraversare l’inverno per rifiorire e portare frutto»

«Attraversare l’inverno per rifiorire e portare frutto». È questa, per la vita consacrata, la «grande sfida» da raccogliere. Ne è convinto il Papa, che, ricevendo in udienza le partecipanti all’XI Capitolo generale dell’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo che si svolge ad Ariccia dal 5 settembre al 5 ottobre, sul tema «Alzati e mettiti in cammino (Dt 10,11), confidando nella Promessa», ha ricordato che «la storia della salvezza, sia della singola persona sia del popolo, è radicata nella disponibilità a partire, a lasciare, a mettersi in cammino, non per propria iniziativa, ma come risposta alla chiamata e nell’affidamento alla promessa». «In questi tempi ‘delicati e duri’, come diceva Papa San Giovanni Paolo II, è più che mai necessaria la fede», la tesi di Francesco: «Molti dicono che la vita consacrata sta attraversando un inverno. Può darsi che sia così, perché le vocazioni scarseggiano, l’età media avanza e la fedeltà agli impegni assunti con la professione non è sempre quella che dovrebbe essere. In questa situazione, la grande sfida è attraversare l’inverno per rifiorire e portare frutto». «La freddezza della società, a volte anche all’interno della Chiesa e della stessa vita consacrata, ci spinge ad andare alle radici, a vivere le radici», ha proseguito il Papa: «L’inverno, anche nella Chiesa e nella vita consacrata, non è un tempo sterile e di morte, ma tempo propizio che consente di tornare all’essenziale. Per voi: ritrovare gli elementi della profezia paolina, riscoprire l’itineranza apostolica e missionaria, che non può mancare in una Figlia di San Paolo, in modo da poter abitare le periferie del pensiero e le periferie esistenziali».

«La rassegnazione è un tarlo che entra nell’animo, amareggia il cuore», ha aggiunto, a braccio, il Papa, ricevendo in udienza le Figlie di San Paolo, provenienti da 52 Paesi. «Non cadere nello spirito della rassegnazione, mai!», l’altro invito fuori testo: «Nate per la Parola, per annunciare a tutti la via luminosa della vita che è il Vangelo di Gesù Cristo, voi portate nel vostro Dna l’audacia missionaria. Non venga mai meno questa audacia, nella consapevolezza che il protagonista della missione è lo Spirito Santo». «Mettersi in cammino per le strade del mondo, con uno sguardo contemplativo e pieno di empatia per gli uomini e le donne del nostro tempo» e «lasciarsi interpellare dalla realtà in cui viviamo, lasciarsi inquietare dalla realtà», la doppia consegna del Papa, che ha esortato le religiose a «cercare costantemente vie di prossimità, mantenendo nel cuore la capacità di sentire compassione per i tanti bisogni che ci circondano». «Vorrei sottolineare questa parola: compassione», ha proseguito a braccio: «Tante volte nel Vangelo si dice di Gesù: ‘ne ebbe compassione’. È la compassione di Dio». «Essere missionarie con la testimonianza della vita centrata in Cristo, in particolare, per voi, attraverso la produzione editoriale, digitale e multimediale, e promuovendo la formazione critica all’uso dei media e all’animazione biblica», l’esortazione finale, insieme a quella consueta: «Pregate per me». «A favore, non contro!», ha aggiunto a braccio il Papa con ironia.