Vita Chiesa
Papa Francesco a conferenza «Persona e autismo»: «Rompere l’isolamento»
Un ringraziamento al Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari per aver promosso la XXIX Conferenza internazionale sul tema «complesso» dell’autismo e un saluto ai partecipanti all’incontro, «incentrato sulla preghiera e sulla testimonianza, insieme alle persone affette da disturbi dello spettro autistico, le loro famiglie e le Associazioni di settore». Così Papa Francesco ha esordito questa mattina accogliendo i partecipanti alla conferenza su «Persona e autismo». «Tali disturbi – ha osservato – costituiscono una delle fragilità che coinvolgono numerosi bambini e, di conseguenza, le loro famiglie. Essi rappresentano uno di quei campi che interpellano direttamente le responsabilità dei Governi e delle istituzioni, senza certamente dimenticare quelle delle comunità cristiane». Per il Pontefice, «è necessario l’impegno di tutti per promuovere l’accoglienza, l’incontro, la solidarietà, in una concreta opera di sostegno e di rinnovata promozione della speranza, contribuendo in tale modo a rompere l’isolamento e, in molti casi, anche lo stigma che gravano sulle persone affette da disturbi dello spettro autistico, come spesso anche sulle loro famiglie».
Si tratta di «un accompagnamento non anonimo e impersonale, ma che intende anzitutto ascoltare le profonde esigenze che sgorgano dal profondo di una patologia, che molte volte stenta non solo ad essere diagnosticata, ma – soprattutto per le famiglie – ad essere accolta senza vergogna o ripiegamenti nella solitudine». Nell’assistenza alle persone affette dai disturbi dello spettro autistico «è auspicabile quindi creare, sul territorio, una rete di sostegno e di servizi, completa ed accessibile, che coinvolga, oltre ai genitori, anche i nonni, gli amici, i terapeuti, gli educatori e gli operatori pastorali. Queste figure possono aiutare le famiglie a superare la sensazione, che a volte può sorgere, di inadeguatezza, di inefficacia e di frustrazione». Di qui il ringraziamento «per l’azione compiuta ogni giorno dalle famiglie, dai gruppi parrocchiali e dalle varie Associazioni». A tutti loro «va la mia riconoscenza personale e quella di tutta la Chiesa». Il Papa ha incoraggiato, inoltre, «l’impegnativo lavoro degli studiosi e dei ricercatori, affinché si scoprano al più presto terapie e strumenti di sostegno e di aiuto per curare e, soprattutto, per prevenire l’insorgere di questi disturbi». Tutto ciò «nella dovuta attenzione ai diritti degli ammalati, ai loro bisogni e alle loro potenzialità, salvaguardando sempre la dignità di cui è rivestita ogni persona».