Vita Chiesa
Papa Francesco: a Comunità Shalom, “il protagonista della Chiesa e della crescita della mia anima è lo Spirito Santo”
“La Comunità Shalom è nata quarant’anni fa durante una celebrazione eucaristica, al momento dell’offertorio. Questo è importante! Non è nata ‘a tavolino’, con un bel piano pensato da lui o da qualcun altro. È nata nella preghiera, nella liturgia”. È il saluto del Papa alla Comunità Shalom, incontrati oggi in occasione di un loro appuntamento per ricordare il loro quarantesimo anniversario. “È lo Spirito Santo che fa vivere la Chiesa, che la manda avanti”, ha ribadito Francesco: “E questo lo fa soprattutto nella preghiera, in modo speciale nella Liturgia. La liturgia non è una bella cerimonia, un rituale in cui ci sono al centro i nostri gesti o, peggio, le nostre vesti, no! La liturgia è azione di Dio con noi, e bisogna essere attenti a lui: a Lui che parla, a lui che agisce, a lui che chiama, a lui che invia… E questo non fuori dal tempo e dalla storia, no, dentro la realtà storica, dentro le situazioni. A noi spetta l’impegno di rimanere in lui, il resto lo fa lo Spirito Santo: lui è il protagonista, è lui. Sempre il protagonista della crescita della Chiesa è lo Spirito Santo, anche della crescita della mia anima”.
“Per favore, non andate al museo: non siete gente da museo, siete gente che cammina, con il coraggio creativo, l’accoglienza e lo slancio missionario”, l’invito, a braccio, del Papa, alla Comunità. “Non allontanatevi dai pastori!”, l’altro invito del Papa dall’Aula Paolo VI: “San Francesco e Santa Teresa sono gli ispiratori del vostro cammino spirituale. Tanti altri pastori vi hanno aiutato e sostenuto. Conservate sempre questo spirito di filiale obbedienza, di affetto e di vicinanza ai vostri pastori”. “La vostra è una comunità cattolica. È il nome della nostra Madre Chiesa!”, l’omaggio del Papa: per il futuro, la raccomandazione di Francesco è quella di “evitare sempre qualsiasi forma di ingerenza nella coscienza personale”, facendo sì che ”le varie forme di vita comune al vostro interno tutelino sempre la giusta autonomia e le esigenze delle diverse vocazioni: dei sacerdoti, degli sposati e di chi ha fatto una scelta di celibato per la missione”.
“Come pastori, verso i giovani, dobbiamo imparare a non essere paternalisti”, ha poi raccomandato il Papa. “A volte coinvolgiamo i giovani nelle iniziative pastorali, ma non fino in fondo”, la denuncia di Francesco: “Rischiamo di ‘usarli’ un po’, per fare bella figura. Ma mi domando: li ascoltiamo davvero?”. “Per conservare uno spirito giovane, bisogna restare aperti allo Spirito Santo”, la ricetta di Francesco: “È lui che rinnova i cuori, rinnova la vita, rinnova la Chiesa e il mondo. Non parliamo di giovinezza fisica, ma di giovinezza di spirito, quella che traspare negli occhi di certi vecchi più che in quelli di certi giovani! Non è questione di anagrafe”. “Chi sta con i giovani rimane giovane”, ha detto il Papa prendendo a prestito una frase pronunciata da Giovanni Paolo II nella Gmg del 2000: “Se un anziano si isola, evita i giovani, invecchia prima. Invece è bello e arricchente stare un po’ con i ragazzi, con gli adolescenti, con i giovani; non per ‘copiarli’ – questo è ridicolo – non per fare prediche, ma per ascoltarli, parlare con loro, raccontare qualche esperienza”. Riguardo al “protagonismo della santità”, Francesco ha citato i santi giovani, dal più recente, Carlo Acutis, andando a ritroso: Piergiorgio Frassati, Gabriele dell’Addolorata, Teresa di Gesù Bambino, Francesco e Chiara d’Assisi, Maria di Nazaret. “Tutti questi hanno edificato la Chiesa e ancora la edificano con la loro testimonianza, corrispondendo alla grazia di Dio”, ha commentato il Papa. Infine, Madre Teresa, “giovane suora, a quel tempo sconosciuta”, che “trovava la forza di andare ogni giorno per le strade a raccogliere i moribondi”.