Vita Chiesa

Papa Francesco a Commissione migrazioni: «liberazione oppressi e perseguitati è parte integrante della missione della Chiesa»

«Questa realtà non è cambiata con il tempo, anzi, l’impegno si è rafforzato in considerazione delle condizioni disumane in cui versano milioni di fratelli e sorelle migranti e rifugiati in diverse parti del mondo», ha proseguito Francesco: «Sono cambiate molte cose dal 1951, data della sua fondazione: i bisogni sono diventati sempre più complessi; gli strumenti per rispondervi si sono resi più sofisticati; il servizio è andato facendosi via via più professionale. Nessuno di questi cambiamenti, però, è riuscito – grazie a Dio – a scalfire la fedeltà della Commissione alla sua missione», che «in oltre 65 anni di attività, si è distinta nella realizzazione, in nome della Chiesa, di un’opera poliedrica di assistenza ai migranti e ai rifugiati nelle più varie situazioni di vulnerabilità».

«Le molteplici iniziative avviate nei cinque continenti rappresentano declinazioni esemplari dei quattro verbi – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – con i quali ho voluto esplicitare la risposta pastorale della Chiesa di fronte alle migrazioni contemporanee», il tributo del Papa, che ha auspicato che «quest’opera continui, animando le Chiese locali a prodigarsi per le persone che sono state costrette a lasciare la propria patria e che diventano troppo spesso vittime di inganni, violenze e abusi di ogni genere». «Grazie all’esperienza inestimabile, accumulata in tanti anni di lavoro, la Commissione può offrire un’assistenza qualificata alle Conferenze episcopali e alle diocesi che stanno ancora cercando di organizzarsi per meglio rispondere a questa sfida epocale», altro compito assegnato all’organismo ecclesiale.

«Per liberare gli oppressi, gli scartati e gli schiavi di oggi, è essenziale promuovere un dialogo aperto e sincero con i governanti, un dialogo che fa tesoro dell’esperienza vissuta, delle sofferenze e delle aspirazioni del popolo, per richiamare ciascuno alle proprie responsabilità». È il compito assegnato dal Papa ai membri dell’Icmc. «I processi avviati dalla comunità internazionale verso un patto globale sui rifugiati e un altro per una migrazione sicura, ordinata e regolare rappresentano uno spazio privilegiato per realizzare tale dialogo», il riconoscimento di Francesco, che ha ricordato che «anche in questo la Commissione si è impegnata in prima linea offrendo un contributo valido e competente in ordine a trovare quelle nuove vie auspicate dalla comunità internazionale per rispondere con accortezza a questi fenomeni che caratterizzano la nostra epoca».

«Mi rallegro che molte delle Conferenze episcopali qui rappresentate stanno camminando in questa direzione, in una comunione di intenti che testimonia al mondo intero la sollecitudine pastorale della Chiesa verso i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati», il plauso del Papa, secondo il quale però «il lavoro non è concluso»: «Insieme dobbiamo incoraggiare gli Stati a concordare risposte più adeguate ed efficaci alle sfide poste dai fenomeni migratori; e possiamo farlo sulla base dei principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa. Dobbiamo altresì impegnarci per assicurare che alle parole – codificate nei due Patti citati – seguano impegni concreti nel segno di una responsabilità globale e condivisa».