Vita Chiesa

Papa Francesco: a associazione Shabaz Batti, creare «ponti di fraternità» e difendere le «vittime di false accuse»

«Anche per lui – ha proseguito Francesco, che ha esordito salutando «tutti i cristiani del Pakistan, specialmente quelli che vivono nelle situazioni più difficili» – vale la parola di Gesù: ‘Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto’. Frutto di dialogo, di comprensione, di riconciliazione; frutto di fortezza, di coraggio, di mitezza».

«E uno dei frutti delle sofferenze dei cristiani è il moltiplicarsi di gruppi e associazioni – come la vostra – che gettano ponti di fraternità attraverso il mondo, superando differenze di lingua, di cultura e a volte anche di religione», l’omaggio del Papa: «Ponti di fraternità prima di tutto tra le stesse Chiese e comunità ecclesiali, che lo Spirito anima sempre più a camminare insieme nel servizio alla pace e alla giustizia. Ponti di fraternità e di dialogo pure con altri credenti, per favorire rapporti di rispetto e di fiducia reciproca». «Il vostro appello alla solidarietà ha trovato una risposta pronta e generosa in Italia, specialmente nel Triveneto, coinvolgendo pastori e comunità», ha sottolineato Francesco, che ha incoraggiato i presenti «ad andare avanti con questo stile evangelico che unisce fermezza e mitezza, per assicurare assistenza alle vittime di false accuse e, al tempo stesso, realizzare segni concreti di lotta alla povertà e alle moderne schiavitù».

«Auspico che, sostenuti dalla preghiera e dalla solidarietà fattiva di tanti, possiate estendere la vostra azione in tutte le zone del Pakistan dove i cristiani e le altre minoranze sono più presenti e, purtroppo, anche discriminati e fatti oggetto di soprusi e violenze», ha concluso il Papa: «Possa il vostro segno distintivo essere sempre quello che brilla nella testimonianza di Shahbaz Bhatti e di tanti altri martiri del nostro tempo, vale a dire la fede umile e coraggiosa nel Signore Gesù e la capacità di mettere amore dove c’è odio».