Toscana

PAPA AL CORPO DIPLOMATICO: NON SI PUO’ MAI ESCLUDERE IL NOME DI DIO DALLA STORIA

“Il processo di costruzione della ‘casa Europa’ sarà per tutti gradevolmente abitabile solo se verrà costruita su un solido fondamento culturale e morale di valori comuni che traiamo dalla nostra storia e dalle nostre tradizioni e se essa non rinnegherà le proprie radici cristiane”. Ne è convinto il Papa, che nella parte del discorso al Corpo diplomatico dedicato all’Europa ha rilanciato il messaggio da lui lanciato in Austria, durante il suo recente viaggio pastorale. “Seguo con attenzione il periodo che si apre con la firma del Trattato di Lisbona”, ha assicurato Benedetto XVI, che si è detto anche compiaciuto “per i progressi compiuti nei diversi Paesi della regione dei Balcani”, rinnovando “l’augurio che lo statuto definitivo del Kosovo prenda in considerazione le legittime rivendicazioni delle parti in causa e garantisca sicurezza e rispetto dei loro diritti a quanti abitano questa terra, perché si allontani definitivamente lo spettro del confronto violento e sia rafforzata la stabilità europea”. Citando poi Cipro e la recente visita di Sua Beatitudine Crisostomo II, il Santo Padre ha espresso “l’augurio che, nel contesto dell’Unione Europea, non si risparmi alcuno sforzo per trovare soluzione ad una crisi che dura da troppo tempo”.

Quello a difesa della persona è “un servizio che la Chiesa desidera rendere alla vera dignità dell’uomo, creato ad immagine di Dio”. A ribadirlo è stato il Papa, che nel suo discorso al Corpo diplomatico ha deplorato ancora una volta “gli attacchi continui perpetrati in tutti i Continenti contro la vita umana”. Citando, in particolare, la recente moratoria dell’Onu sulla pena di morte, Benedetto XVI ha auspicato che “tale iniziativa stimoli il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita umana”. Menzionando i 60 anni dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, con la quale “giustamente la nostra società ha incastonato la grandezza e la dignità della persona umana”, il Santo Padre ha ricordato che “in tutti i continenti la Chiesa cattolica si impegna affinché i diritti dell’uomo siano non solamente proclamati, ma applicati”: di qui l’auspicio che “gli organismi, creati per la difesa e la promozione dei diritti dell’uomo, consacrino tutte le proprie energie a tale scopo e, in particolare, che il Consiglio dei Diritti dell’Uomo sappia rispondere alle attese suscitate per la sua creazione”.

Benedetto XVI ha tracciato anche, per così dire, le linee-guida nelle questioni di attualità legate ai temi della vita: “Le nuove frontiere della bioetica – ha detto – non impongono una scelta fra la scienza e la morale, ma esigono piuttosto un uso morale della scienza”. Poi “i preoccupanti attacchi all’integrità della famiglia, fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”: “i responsabili della politica di qualsiasi parte essi siano – le parole del Papa – dovrebbero difendere questa istituzione, cellula base della società”. Anche la libertà religiosa, “esigenza inalienabile della dignità di ogni uomo e pietra angolare nell’edificio dei diritti umani”, la denuncia del Pontefice, “è spesso compromessa”, visto che “vi sono molti luoghi nei quali essa non può esercitarsi pienamente”. La Santa Sede, in questo contesto, “la difende e ne domanda il rispetto per tutti”, ed “è preoccupata per le discriminazioni contro i cristiani e contro i seguaci di altre religioni”.

“Politiche efficaci per la pace” ed “impegno globale a favore della sicurezza”. Con queste due richieste il Papa ha terminato il suo discorso al Corpo diplomatico. “La pace non può essere una semplice parola o un’aspirazione illusoria”, ha ammonito il Pontefice: “La pace è un impegno e un modo di vita che esige che si soddisfino le legittime attese di tutti, come l’accesso al cibo, all’acqua e all’energia, alla medicina e alla tecnologia, come pure il controllo dei cambiamenti climatici”. Di qui l’attualità dell’espressione coniata 40 anni fa da Paolo VI, nella Populorum progressio: “lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. “Per consolidare la pace – ha proseguito il Papa – occorre che i risultati macroeconomici positivi, ottenuti da numerosi Paesi in via di sviluppo nel 2007, siano sostenuti da politiche sociali efficaci, e con la posa in opera di impegni di assistenza da parte dei Paesi ricchi”. Benedetto XVI ha chiesto, inoltre, alla comunità internazionale “un impegno globale a favore della sicurezza”, partendo dalla consapevolezza che “uno sforzo congiunto da parte degli Stati per applicare tutti gli obblighi sottoscritti e per impedire l’accesso dei terroristi alle armi di distruzione di massa rinforzerebbe il regime di non proliferazione nucleare e lo renderebbe più efficace”.

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