Papa Francesco

Papa a Unicoop Firenze, “senza cuore non c’è conoscenza”

Le parole di Francesco che ha ricevuto in udienza, in Aula Paolo VI, i membri di Unicoop-Firenze e della Fondazione “Il cuore si scioglie” accompagnati e presentati a lui dall'arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori.

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“Il cuore è una fonte di conoscenza. Senza cuore non c’è conoscenza umana”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, ricevendo in udienza, in Aula Paolo VI, i membri di Unicoop-Firenze e della Fondazione “Il cuore si scioglie” accompagnati e presentati a lui dall’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori.

“Il vostro impegno, da 50 anni, come Cooperativa, e da oltre dieci, come Fondazione, è rivolto alle persone più bisognose, in vari ambiti di servizio”, l’omaggio di Francesco: “dall’indigenza economica al bisogno di cultura, dalla solitudine all’esigenza di formazione, utilizzando, oltre ai consueti mezzi di aiuto finanziario e alimentare, tanti altri strumenti, come l’escursionismo, la letteratura, l’arte e la musica”.

“Unicoop Firenze – ha proseguito il Papa – è nata per «salvaguardare gli interessi dei consumatori, la loro salute e sicurezza anche accrescendone e migliorandone l’informazione e l’educazione. Così facendo, nel 2010 ha poi dato vita alla Fondazione ‘Il cuore si scioglie’, pensata per spingere le persone a fare qualcosa per gli altri: potremmo dire, usando un’espressione biblica, per favorire la formazione di cuori di carne al posto di cuori di pietra”. “E questa è una cosa molto bella!”, ha commentato Francesco a braccio: “Il cuore è una fonte di conoscenza. Noi conosciamo con la mente, con l’intelletto, ma da solo è una conoscenza incompleta: senza cuore non c’è conoscenza umana. Per conoscere dobbiamo conoscere con la mente, col cuore e poi fare con le mani. Non dimenticate i tre linguaggi: che la mete sia unita al cuore e alle mani, il cuore alle mani e alla mente, e le mani al servizio di cuore e mente. Non dimenticate questo nel vostro agire”.

Francesco ha concluso il suo discorso con un omaggio: “Grazie per quello che fate, in Italia e all’estero, in particolare in questo momento drammatico a sostegno della martoriata Ucraina. E’  terribile quello che succede lì. Grazie per la vostra collaborazione con il Dicastero per il servizio della carità, le cui attività sostenete da tempo. Continuate a puntare, nel vostro lavoro, allo sviluppo integrale della persona, alla crescita comunitaria nella condivisione di risorse e competenze, all’inclusione valorizzando ciò che ciascuno porta di proprio, per il bene di tutti”.

“Considerando fin dall’inizio la tutela del consumatore al di sopra del suo semplice aspetto commerciale, voi siete arrivati a coglierne una dimensione umana fondamentale”, ha affermato inoltre Francesco: “quella di aiutare ciascuno a fare qualcosa per gli altri, cioè a vivere la carità, l’amore fattivo. In questo modo ricordate che salvaguardare il bene della persona significa non solo prendersi cura di alcuni suoi interessi settoriali, ma promuoverne la piena realizzazione e dignità. E a questo livello l’incontro tra chi ha maggiori possibilità e chi invece è nell’indigenza, lungi dal ridursi a mera filantropia, costituisce sempre la provvidenziale opportunità per un arricchimento reciproco. Proponete così un modello di tutela che unisce i singoli non tanto ‘contro’ la minaccia di un comune avversario, quanto ‘per’ la costruzione di relazioni virtuose di reciproco sostegno. E tutto questo lo fate con tanta creatività, come avviene quando si lavora insieme animati da un sogno comune”. “Nelle confessioni a volte domando: lei dà l’elemosina, aiuta?”, ha raccontato poi il Papa ancora a braccio: “E quando la dà, guarda  gli occhi della persona, tocca la mano o butta i soldi lì così? Toccare l’indigenza: un cuore che tocca. Guardare e capire”.