Vita Chiesa
Papa a Torino: al Cottolengo, sviluppare «anticorpi» contro «modo di considerare anziani e disabili»
«Non potevo venire a Torino senza fermarmi in questa casa», ha esordito nell’incontro con gli ammalati e i disabili lontano dal clamore delle telecamere. Dopo due secoli dalla fondazione della Piccola Casa della Divina Provvidenza, ad opera di san Giuseppe Benedetto Cottolengo, «l’esclusione dei poveri e la difficoltà per gli indigenti a ricevere l’assistenza e le cure necessarie, è una situazione che purtroppo è presente ancora oggi»: tra le «vittime della cultura dello scarto», Francesco ha citato in particolare «gli anziani, che sono accolti numerosi in questa casa» e la cui longevità «non sempre viene vista come un dono di Dio, ma a volte come un peso difficile da sostenere, soprattutto quando la salute è fortemente compromessa». «Questa mentalità non fa bene alla società», il grido d’allarme del Papa: «Con che tenerezza invece ha amato queste persone! Qui possiamo imparare un altro sguardo sulla vita e sulla persona umana!».
Prima dell’ultimo incontro in programma per ieri, la «mini-Gmg» in piazza Vittorio, il Papa ha fatto fermare la jeep bianca scoperta per un altro «fuori programma» – il terzo – lungo la strada che dalla Piccola Casa della Divina Provvidenza lo stava conducendo a Piazza Vittorio. Si tratta della chiesa di Santa Teresa, dove si sono sposati i nonni, Rosa e Giovanni, e dove è stato battezzato il papà. Papa Francesco ha spiegato di essersi voluto fermare là innanzitutto per onorare la memoria dei nonni, ma anche per il valore del battesimo e per pregare per le famiglie, anche in vista del prossimo Sinodo. Ha lasciato una dedica personale su un foglio di pergamena.