Vita Chiesa

Papa a Scampia: «Senza lavoro non c’è dignità». Duro monito contro la corruzione

L’elicottero con a bordo Papa Francesco è atterrato al campo sportivo comunale di Scampia alle 9, come da programma. È stato accolto dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, da Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, dal prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, e dal sindaco della città partenopea, Luigi De Magistris. In «papamobile», salutato dalle bandierine bianche e gialle, il Santo Padre ha raggiunto piazza Giovanni Paolo II, venticinque anni fa «teatro» della visita del suo predecessore. E proprio a quella storica visita del 1990 si riferisce lo striscione innalzato per l’occasione sui piloni bianchi della piazza: «Non arrendetevi al male, mai!». A Scampia il Papa, nella piazza con Le Vele sullo sfondo, incontrerà.

«La mancanza di lavoro per i giovani è un segno negativo per i nostri tempi». È la denuncia del Papa, che in risposta all’intervento di un lavoratore, ha ricordato a Scampia che «dai 25 anni in giù, più del 40 per cento dei giovani non ha un lavoro, e questo è grave». «Cosa fa un giovane senza lavoro, che futuro ha, che strada di vita sceglie?», si è chiesto Francesco, secondo il quale sopperire a questa mancanza «è una responsabilità non solo della città, del Paese, ma del mondo». «C’è un sistema economico che scarta la gente, e adesso tocca ai giovani essere scartati, cioè senza lavoro, e questo è grave». «Sì, c’è la Caritas che dà da mangiare», ha proseguito il Papa, ma «il problema non è mangiare; il problema più grave è portare il pane a casa, guadagnarlo, e quando non si guadagna il pane si perde la dignità, e questa mancanza di lavoro ci ruba la dignità». «Dobbiamo difendere la dignità dei cittadini, degli uomini, delle donne, dei giovani», l’appello del Papa, che ha stigmatizzato anche «il lavoro a metà, lo sfruttamento delle persone nel lavoro».

«Questo si chiama schiavitù, sfruttamento: non è umano, non è cristiano!». Ha esclamato il Papa da Scampia, citando come esempio quello «di una ragazza che aveva bisogno di lavoro e ne ha trovato uno di una ditta turistica, e le hanno detto questo: undici ore di lavoro a seicento euro al mese, senza nessun apporto per la pensione. ‘Se non ti piace, questa è la coda di gente dietro di te’». «Chi fa questo e si dice cristiano è un bugiardo», ha aggiunto il Santo Padre a braccio, denunciando anche la piaga dello «sfruttamento del lavoro in nero, senza un apporto per la persona per la salute». «Dobbiamo riprendere la lotta per la nostra dignità, che è la lotta per ritrovare la possibilità di portare il pane a casa», ha chiosato il Papa.

«La corruzione ‘spuzza’, e la società corrotta spuzza. Un cristiano che lascia dietro di sé la corruzione non è un cristiano, spuzza». Così il Papa a Scampia, prendendo spunto dall’intervento del presidente della Corte di appello di Napoli, Antonio Bonajuto, e da una parola usata da quest’ultimo: corruzione. «Una parola che non si usa molto, oggi», ha esordito il Papa. «Se noi chiudiamo la porta ai migranti, togliamo il lavoro e la dignità alla gente – ha spiegato il Santo Padre – questo si chiama corruzione. E tutti noi abbiamo la possibilità di essere corrotti, nessuno di noi può dire che non sarà mai corrotto». La corruzione, nella visione del Papa, «è uno scivolamento verso gli affari facili, verso la delinquenza, vero i reati, verso lo sfruttamento delle persone». «Quanta corruzione c’è nel mondo», ha esclamato il Pontefice: «Una cosa corrotta è sporca. La corruzione ‘spuzza’, e la società corrotta spuzza. Un cristiano che lascia dietro di sé la corruzione non è un cristiano, spuzza».

«Andare avanti». È il congedo del Papa da Scampia. Concludendo il suo primo discorso a Napoli, pronunciato quasi interamente a braccio, Francesco ha lanciato un appello – «fate una buona politica» – e ha detto: «Mi auguro che abbiate il coraggio di andare avanti, il coraggio di andare avanti per la strada del bene, non nella strada del male». «Siamo tutti napolitani», ha poi esclamato esortando i partenopei ad andare avanti sulla strada dell’accoglienza: «Mi auguro che imparino tutti il napolitano, che è bello e dolce». L’altro invito di Papa Francesco è ad «andare avanti nel cercare fonti di lavoro, perché tutti abbiamo la dignità di portare il pane a casa». «Andare avanti», ha esortato Bergoglio: «Nella propria anima, nella città, nella società, perché non ci sia più la corruzione». «Andare avanti», sotto la protezione «del vostro patrono, San Gennaro. Vi assista e interceda per noi». «Napoli sa sempre risorgere», la certezza del Papa, che si è congedato in Scampia, ancora una volta, in napoletano: «’A Maronna v’accumpagne!».

«È stato il sogno di tutti». Con queste parole il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, aveva salutato il Papa al suo arrivo a Scampia. «Lei toccherà la nostra realtà – aveva proseguito il cardinale – così com’è, bella e meravigliosa, ma anche ferita e dolente per i tanti mali che l’affliggono, come l’illegalità malavitosa e camorristica». «Significativamente – ha proseguito – lei inizia la sua visita pastorale oggi qui a Scampia, un quartiere di Napoli pieno di problemi ma anche ricco di risorse dove, soprattutto le parrocchie, sono impegnate a testimoniare Cristo, annunziando il Vangelo della giustizia e della carità». «In questi due anni di pontificato», secondo il card. Sepe, «lei ha dimostrato di conoscere il linguaggio del cuore per parlare con la gente; è il linguaggio dei napoletani». «Vedrà che Napoli le piacerà, e con essa i napoletani», la previsione dell’arcivescovo di Napoli per la visita del Papa: «Ce lo dirà alla fine di questa intensa giornata, a via Caracciolo, nell’incontro con i giovani. E chi sa che, dopo averla conosciuta, le verrà il desiderio di ritornare».