Il Dio uno e trino e la persona in relazione: questi sono i due riferimenti che la Chiesa ha il compito di offrire ad ogni generazione umana, quale servizio alla costruzione di una società libera e solidale. Lo ha detto ieri il Papa, che nell’omelia della messa nella cattedrale di Genova ha richiamato il suo discorso al Convegno ecclesiale nazionale di Verona, e le due scelte di fondo indicate dai Vescovi all’inizio della Nota pastorale successiva. Anzitutto, la scelta del primato di Dio, in base al quale tutta la vita e l’opera della Chiesa dipendono dal mettere al primo posto Dio, e quella di porre al centro la persona e l’unità della sua esistenza, nei diversi ambiti in cui si dispiega: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità sua propria, la tradizione, la cittadinanza. Un compito, questo, che per il Papa la Chiesa svolge certamente con la sua dottrina, ma soprattutto mediante la testimonianza, che non per nulla è la terza scelta fondamentale dell’Episcopato italiano: testimonianza personale e comunitaria, in cui convergono vita spirituale, missione pastorale e dimensione culturale. In una società tesa tra globalizzazione e individualismo ha ammonito il Pontefice – la Chiesa è chiamata ad offrire la testimonianza della comunione.Sir