Opinioni & Commenti
Palloni gonfiati: il calcio non supera la prova costume
di Umberto Folena
Dimagrire. Te lo suggerisce bonariamente il medico. Te lo ricorda bruscamente la moglie. Ad ogni estate i progressi (nel senso del peso) rispetto all’anno precedente emergono evidenti. Per tutti noi. E per il calcio italiano? Alla fine, dopo mesi e mesi di meditazione, approdiamo alla spiegazione più semplice: il calcio italiano manifesta un sacco di sintomi fastidiosi, sgradevoli, inaccettabili, criminali. Ma provate a metterlo sulla bilancia. A misurargli la pressione, a controllargli la glicemia. Troppi stravizi e nessuna voglia di mettersi a dieta. Non siete convinti? La prova Panini vi toglierà ogni dubbio. Prendete un calciatore degli anni Settanta. Non un damerino tipo Gianni Rivera, ma un omaccione tipo Romeo Benetti. Poi prendete un qualsiasi mediano del campionato 2006-2007, e misurateli: coscia, torace, collo. Se fossimo in un fumetto americano, la colpa sarebbe delle radiazioni.
A noi che siamo in un fumetto italiano, ci vengono a dire che è tutto pane, salame e palestra. Sarà, a noi quei cosi, quei calciatori, sembrano «troppi» e basta. Altro che dimagrire. Il cestista Marco Belinelli, appena approdato nella Nba, alla prima partita di Summer League infila la mostruosità di 37 punti. Sapete quanto guadagna? Poco più di 1 milione di dollari all’anno, cifra che il mediano di cui sopra rifiuterebbe sdegnoso. Calciatori con la dichiarazione dei redditi più cicciuta dei loro presidenti, ma si può? E che se ne facevano di tutte quelle schede telefoniche, svizzere e del Liechtenstein, tutti quegli arbitri che non si sognavano di respingere al mittente i regali di Moggi? E com’è possibile che società, che pagano certi stipendi, debbano ricorrere a miserabili fideiussioni balorde per iscriversi al campionato? E secondo quale oscura logica per rivitalizzare il calcio comatoso vengono rispolverate le solite vecchie cariatidi, Matarrese su tutti? E ne abbiamo proprio bisogno di questo esercito di procuratori, quasi tutti parenti di allenatori e dirigenti?
Dimagrire. L’occasione, l’ennesima, ci sarebbe. Questa settimana sono cominciati a Roma e Napoli i processi di Calciopoli: 44 imputati, mille testimoni. Ricorrere al chirurgo, per dimagrire, è davvero da disperati. Siccome al calcio vogliamo bene, l’augurio è di non restarci secco sotto i ferri.