Toscana
PALESTINA, CONDANNA INTERNAZIONALE PER L’UCCISIONE DEL CAPO DI HAMAS
Decine di migliaia di palestinesi, 200.000 secondo fonti locali, sono scesi per le strade di Gaza City per partecipare ai funerali di Abdelaziz Rantisi, il leader del Movimento islamico Hamas ucciso sabato sera dai razzi sganciati da un elicottero israeliano. Mentre i palestinesi, uomini e donne, domenica gridavano la loro rabbia, la loro disperazione e lanciavano minacciose promesse di nuove vendette, la comunità internazionale quasi al completo condannava l’ennesima esecuzione mirata decisa dal governo del primo ministro Ariel Sharon. Il corteo funebre si è snodato per le strade della città e, dopo aver sostato a lungo accanto alla moschea Filastin (nel quartiere di Sheikh Radwan, dove in tarda mattinata era stato portato il corpo di Rantisi), si è diretto verso il cimitero di Gaza, dove il leader di Hamas è stato sepolto tra slogan anti israeliani. Il serpentone umano che ha attraversato Gaza, mentre alcuni F-16 di Tel Aviv sorvolavano il corteo, era guidato da un folto gruppo di miliziani di Ezzedin Al-Qassam, l’ala militare di Hamas che, armati di tutto punto, hanno improvvisato una vera e propria parata militare a cui si sono unite anche altre formazioni combattenti. Nel timore di nuovi attacchi israeliani i principali nomi di Hamas hanno disertato la manifestazione.
Si svolgevano intanto ad Eilat, sul Mar Rosso, in un clima completamente diverso i funerali del caporale della polizia di frontiera israeliana, Kfir Ohayun, ucciso sabato da un kamikaze palestinese.
Come era accaduto tre settimane fa in seguito all’uccisione dello sceicco Yassin, la comunità internazionale al completo, fatta eccezione per il silenzio ‘ufficiale’ della Casa Bianca, ha condannato l’omicidio di Rantisi e ha espresso preoccupazione per le nefaste conseguenze che potrebbe portare con se. Ma a differenza di quanto accaduto dopo la morte di Yassin, l’omicidio di Rantisi si arricchisce di nuove preoccupazioni, dal momento che sembra aver infiammato ulteriormente nei palestinesi l’ondata di risentimento contro Washington emersa già nei giorni scorsi in seguito ai colloqui tra Sharon e il presidente statunitense George W. Bush e terminati con un avallo senza precedenti alla politica del premier di Tel Aviv.