È di almeno 10 morti il bilancio provvisorio della nuova giornata di gravi scontri a Rafah, località nel sud della Striscia di Gaza vicina al confine con l’Egitto. Le vittime, oltre a una sessantina di feriti, sarebbero state provocate da un attacco con dei razzi operato da elicotteri israeliani contro un gruppo di palestinesi che protestavano in strada contro le operazioni avviate da quasi due giorni nella città (in realtà, un enorme campo profughi sovraffollato), ormai isolata dal resto della Striscia mentre l’esercito israeliano continua ad attaccare per via aerea e terrestre quelle che vengono indicate come infrastrutture del terrorismo palestinese. L’operazione, nata per distruggere alcune gallerie di collegamento tra la città e la regione del Sinai e per arrestare i gruppi di palestinesi che trafficano in armi, minacciando la sicurezza dello Stato israeliano, si è fin qui trasformata in una mattanza, che non ha risparmiato bambini e minorenni. Tra i 10 morti accertati di oggi c’è almeno un ragazzo di 16 anni, mentre ieri un bambino di 11 anni e la sorella di 15 hanno perso la vita a causa dei colpi d’arma da fuoco sparati dai soldati israeliani. Secondo fonti palestinesi di Rafah, riportate dalle agenzie di stampa internazionali, l’esercito israeliano avrebbe invitato la popolazione maschile di età superiore ai 16 anni a consegnarsi per mettere fine agli scontri. Nella sola giornata di ieri l’operazione ideata dal governo israeliano aveva provocato almeno 20 morti; il bilancio è ora salito a una trentina di vittime, tutte palestinesi, mentre sono ormai ben più di un centinaio i feriti; l’esercito israeliano non ha dato notizia di caduti tra le sue file.Misna