(da Islamabad) Sale la tensione in tutto il Pakistan dopo la bomba degli estremisti islamici che ieri ha fatto 20 vittime e migliaia di feriti a Karachi. Dopo che i talebani hanno rivendicato l’attentato, minacciando di attaccare anche la casa presidenziale a Islamabad, nella città di Multan, nel Punjab (a sud della capitale), poche ore fa sono stati massacrati cinque bambini, secondo quanto riferito dalle tv locali. Tra gli operatori umanitari è allerta sicurezza: circolano dei rapporti interni delle Nazioni Unite, del governo e dei servizi segreti pakistani che invitano a limitare gli spostamenti e non recarsi nelle zone a rischio, comprese quelle colpite dalle alluvioni del luglio scorso. Costretta al rientro anticipato anche una delegazione di Caritas italiana in visita a Caritas Pakistan, insieme ad un gruppo di giornalisti di diverse testate (Sir, Avvenire, Famiglia Cristiana, Asca). In ambito governativo, conferma l’acuirsi della tensione, dopo l’attentato di ieri, Shabaz Bhati, ministro per le minoranze religiose: Sì, in questo momento le violenze possono estendersi in ogni parte del Paese ci dice nel suo ufficio ministeriale a Islamabad -. I talebani vogliono imporre la loro agenda per creare una cultura del terrore e della violenza, attaccando le istituzioni, i militari, le chiese, i santuari musulmani, le moschee, le scuole. Ma noi siamo impegnati nella lotta al terrorismo e faremo qualsiasi sacrificio per non permettere loro di terrorizzare il Paese. I talebani sono nemici dell’umanità, sono nemici della pace e della democrazia.Sir