Pisa

PAESI AVVOLTI DA UN MANTO DI NEVE

di Francesco Paletti

Josef dorme vicino al «Francese», nell’angolo più lontano dalla porta d’ingresso. La sedia a rotelle, la stessa che lo porta in giro da mesi insieme alla sua gamba bloccata dopo una grave ustione di molti anni fa, a proteggere quel poco di privacy che si può avere nella sala d’aspetto di una stazione. Con lui, nello stesso spazio, venerdì notte, c’erano almeno una ventina di persone, praticamente tutti i senza dimora che vivono nella zona della stazione ferroviaria. Funziona così da giovedì scorso, ossia da quando le Ferrovie dello Stato hanno accolto la richiesta dell’unità di crisi della protezione civile comunale di lasciare aperta la sala d’aspetto per tutte le gelide notti di questi giorni. A Pisa e dintorni chi ha subito le conseguenze più pesanti dell’ondata di freddo siberiano, sono soprattutto loro, i «senza tetto». E così la stazione ferroviaria diviene un’alternativa all’asilo notturno di Porta a Mare, ormai al limite della capienza con i suoi 34 posti letto.  Sacchi a pelo termici, coperte di lana, pietanze e bevande calde sono distribuite quotidianamente da alcuni operatori della Società della salute (uno di loro resta con gli homless anche durante la notte).L’allerta, sia in città che negli altri centri della diocesi, è proseguita anche per tutto lo scorso fine settimana, giorni in cui raramente la temperatura è salita sopra quota zero. Ed è verosimile che sarà prolungata dato che, stando alle previsioni, il freddo polare di questi giorni durerà almeno fino a giovedì. E ad essere preoccupati sono soprattutto i cittadini del lungomonte pisano e della Valdera, quelli che hanno maggiormente subìto le conseguenze del maltempo dei giorni scorsi, con numerose frazioni e paesi rimasti senza energia elettrica, e quindi spesso senza riscaldamento, fino a venerdì sera. La neve è caduta copiosa su quasi tutto il territorio della diocesi. Il vento spirato nella notte tra martedì e mercoledì ha sradicato alberi e pali della luce, con conseguenze pesanti sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica: all’indomani, solo per fare un esempio, l’80% del territorio del comune di San Giuliano Terme era al buio e al freddo. E nella stessa situazione si trovavano gli abitanti calcesani residenti a Montemagno, La Corte e La Gabella, gli abitanti di Nodica (comune di Vecchiano) e quelli di Cucigliana (Vicopisano). La situazione è andata lentamente migliorando durante la giornata, grazie all’ impegno delle squadre di operai inviati dall’Enel: le frazioni sangiulianesi di Asciano, Pugnano, Metato, Molina di Quosa e Gello hanno riavuto l’elettricità soltanto venerdì sera, dopo ben 34 ore di black out. È andata meglio, invece, a La Gabella, la popolosa frazione di Calci: qui la situazione è tornata alla normalità nella tarda serata di giovedì; mentre il sindaco Bruno Possenti, per precauzione, aveva allestito un improvvisato centro d’accoglienza nella palestra comunale, con tanto di brandine. Difficoltà simili anche in Valdera e, in particolare a Fornacette e a Cascina, dove diverse famiglie, per lo stesso motivo, sono rimaste al buio e al freddo per diverse ore in attesa che l’Enel riparasse il guasto.A Barga il problema maggiore si è verificato sabato mattina quando una valvola difettosa ha messo ko l’impianto di riscaldamento che serve tutto l’ospedale di San Francesco: guaio risolto nello spazio di poche ore grazie all’immediato intervento dei tecnici di Toscana Energie, l’azienda che gestisce la rete della distribuzione del gas in gran parte del territorio regionale. Lavoro di ordinaria amministrazione, invece, a Pisa: la neve, infatti, ha quasi evitato il capoluogo, imbiancando soltanto Tirrenia e Calambrone, le uniche due aree del territorio in cui sono dovuti intervenire gli spargisale, le lame e gli altri mezzi recentemente acquistati dalla protezione civile comunale.