Pisa

PAESE CHE VAI, PRESEPE CHE TROVI

di Francesca Benucci

« E Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, l’avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia, perché in albergo per loro non c’era posto» (Lc 2,7): questa cronaca, così suggestiva, dell’evangelista Luca, sta all’origine della tradizione cristiana del presepio. Tradizione che affonda le sue radici nel Duecento. Il primo «presepio» sarebbe stato «pensato» da san Francesco d’Assisi, che, di ritorno dalla Terra Santa dove si era recato da pellegrino, volle riproporre alla gente della sua terra l’iconografia della Natività. Per far questo, chiese ad un uomo di Greccio di preparare una greppia col bue e l’asinello. Nella notte di Natale in molti raggiunsero quella greppia, illuminati dalla luce di ceri e fiaccole. Qui fu celebrata la Messa e Francesco lesse il Vangelo rievocando con parole dolcissime la nascita di Gesù.nche il popolo pisano è molto affezionato alla tradizione del presepe. Migliaia di famiglie «liberano» angoli di casa, cantine o garage per costruirvene uno. Ne è testimone Ghero Fontanelli, primo cittadino di Riparbella, che, facendo memoria della sua infanzia, ricorda: «vivevo con la mia famiglia in un bilocale. In prossimità del Natale, ci “privavamo” di una delle due stanze, per far spazio al presepe». Presepi «privati», ma anche «comunitari». Ogni chiesa della diocesi ne ha almeno uno.Il nostro viaggio inizia a Pisa, nel centro storico. Qui, nella cripta della chiesa di San Pietro in Vinculis, martedì 20 dicembre alle ore 16, sarà inaugurato un presepe «immerso» nella Pisa Repubblica Marinara. Al suo allestimento hanno collaborato l’Accademia dei Disuniti e la Fondazione Cerratelli che ha fornito gli abiti di 25 personaggi, manichini a misura d’uomo. Riprodotta l’immagine del vecchio porto pisano, ricostruita una banchina cui sono ancorate alcune barche.Sarà inaugurato la notte di Natale il tradizionale presepe allestito nella chiesa di San Michele in Borgo, arricchito, quest’anno, da un  gioco di luci che «accompagna» lo spettatore dall’alba alla notte.È un presepe tradizionale quello che troviamo nella piccola chiesa di San Giuseppe della Misericordia. Nuovi i personaggi, realizzati interamente a mano da artigiani della Garfagnana. Si tratta di statuine alte 70 cm, in terracotta dipinta, in alcuni casi anche in oro. Il presepe è visitabile tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 12.30 e dalle ore 16 alle ore 19.30Si annuncia suggestivo anche il presepe che, mentre andiamo in stampa, stanno realizzando in Seminario i seminaristi del «Santa Caterina» insieme ai giovani che hanno partecipato alla Scuola della Parola.Cresce la curiosità dei fedeli per vedere il presepe della Cattedrale di Pisa. Collocato davanti all’altare di San Ranieri, sarà inaugurato la notte di Natale. Ce ne anticipa i contenuti il sacrista del Duomo Alvaro Lenzi, «regista» dell’opera. «Il nostro intento è quello di rappresentare, anche plasticamente, il sentimento di “povertà” che regna nei cuori della maggior parte delle persone. Il paesaggio sarà “diviso” dallo scorrere delle acque del fiume: alla sponda sinistra troverà posto il “modellino” di una favela brasiliana, interamente costruita con materiale di recupero; a destra, leggermente “rialzata” la città, i suoi palazzi, le sue mille luci. Su una piccola collinetta si collocherà la Sacra Famiglia. Da qui dovrebbe partire un fascio di luce, che dovrebbe illuminare le due realtà: tutti hanno bisogno di attingere una buona dose di speranza dalla nascita del Salvatore».Dal centro alla periferia. Nella parrocchia di S. Stefano extra moenia il presepe sviluppa il tema dell’accoglienza, scelto dalla comunità parrocchiale per l’Avvento di quest’anno: davanti alla chiesa è stata posta una capanna, che verrà «dotata» dei personaggi del presepe; all’allestimento lavoreranno i gruppi del catechismo che attualizzeranno il tema a loro piacere. In Barbaricina nella chiesa di S. Apollinare l’altare maggiore è coperto da due teli: uno celeste, simbolo della divinità, l’altro rosso, simbolo della dimensione terrena; «l’unione dei due teli – commenta il parroco don Claudio Bullo – simboleggia l’unione nell’incarnazione di Gesù». Sotto l’altare sei anfore rotte con dentro una luce crepuscolare indicano le debolezze, le difficoltà e i dubbi umani di fronte alle prove che il mondo e la vita pongono dinnanzi. Davanti al tabernacolo aperto e vuoto la sacra famiglia. Il tutto in un suggestivo gioco di luce.Dalla città alla periferia. Grande quanto l’intero presbiterio è il presepe di Asciano «immerso in un cielo stellato». Una scelta non priva di significato, come ci ricorda il parroco don Francesco Barsotti: «le tante stelle che brillano in cielo rappresentano le attese che regnano nel cuore dell’uomo; una “brilla” più delle altre, perché rappresenta l’attesa più grande: la nascita di Gesù». Il nostro viaggio continua lungo il Lungomonte. Singolare l’iniziativa annunciata da don Alberto Marchesi che ha invitato la gente di Zambra, Caprona e Uliveto ad allestire un presepe ai bordi delle strade delle tre frazioni. Qui, davanti ai presepi, sarà anche recitata la novena di Natale. Il tutto in attesa del grande presepe vivente che ogni anno si tiene nella frazione di Noce. Da Caprona a S.Giovanni alla Vena, dove, in luogo del tradizionale presepe, quest’anno sarà possibile ammirare lastra di cristallo realizzata dal Massimiliano Luzzi, un bientinese che ha la sua bottega d’arte a San Giovanni: l’artista ha trasferito su vetro l’affresco trecentesco di Gentile da Fabriano «L’Adorazione dei Magi». Si tratta di un’opera realizzata in cristallo di alto spessore delle dimensioni di 2.20 per 1.50 metri. Il bassorilievo viene realizzato tramite la tecnica della sabbiatura ad alta pressione, impreziosito da accurati interventi pittorici a smalto e lamine di oro zecchino. L’effetto del bassorilievo viene poi esaltato da un sistema di illuminazione a Led in rgb a mutazione di colore inserito della cornice in  legno di noce antico.Ma San Giovanni alla Vena è molto conosciuta anche per il «presepe dell’angelo» di Angelo Pierini. Un presepe che prende il nome dall’angelo dipinto nella volta della nicchia centrale delle antiche cantine dove è collocata la Natività. La sua realizzazione è il risultato di un paziente e meticoloso lavoro dell’artista durato circa otto anni. È un presepe tradizionale realizzato utilizzando materiali vari fra i quali alcuni tronchi d’olivo intagliati a mano dall’artista che vi ha  ricavato delle vere opere d’arte, in tutto 500 lucine ed oltre 300 statuine. Suggestiva la grotta della Natività: la nicchia è di origine calcareo-argillosa con delle colorazioni naturali che vanno dal giallo, all’azzurro e al rosa. L’artigiano è stato candidato quest’anno a rappresentare la Toscana al concorso nazionale “I presepi nel presepe” a Pesche, dove Angelo Perini porterà un presepe realizzato all’interno di una chitarra.Presepe meccanico nella chiesa della Compagnia a Calcinaia: i personaggi, gli effetti speciali, luminosi e musicali  guidano alla scoperta del legame fra la nascita del Gesù, il destino della sua Chiesa e quello di ogni credente.Eccoci adesso a Buti. Qui, nella pieve, troviamo un presepe tradizionale, mentre sul sagrato due enormi statue della Sacra Famiglia, in resina, collocate all’interno di una capanna in legno.A Vecchiano tre presepi da segnalare: nella chiesa di Sant’Alessandro troviamo i personaggi del presepe meccanico, realizzati interamente a mano da Renato Venturi e che riproducono i mestieri di una volta: il panaio, il taglialegna, la lavandaia ecc..; nella chiesa di S.Frediano c’è uno splendido presepe napoletano; infine, nella piazza Garibaldi, grandi statue di resina riproducono la Sacra Famiglia all’interno di un paesaggio montano.Il nostro viaggio continua a Cascina. Qui, nella propositura, il presepe è ambientato nel paesaggio dei monti pisani, mentre i personaggi- in parte meccanici- riproducono le botteghe dell’artigianato locale: la ceramica e il legno.A Pontedera, nella chiesa del Sacro Cuore, ecco il «presepe del pane» detto così perché la sua coreografia è realizzata interamente con dei pani, a indicare il legame con Betlemme, città del pane e al contempo con Gesù eucarestia.Il nostro viaggio si conclude alle «estremità» della diocesi. Nella chiesa di San Pietro in Palazzi, quest’anno, la grotta è stata costruita in una cappella laterale e addobbata con le canne del fiume Cecina. Le pregiate statue sono in legno di Ortisei. Nel Duomo di Pietrasanta la locale Misericordia ha realizzato un presepe di cartapesta, per metà meccanico.Suggestiva l’illuminazione che ricrea tutte le fase dall’alba alla notte. Davanti al sagrato della chiesa un altro presepe sarà allestito dai ragazzi del liceo artistico (iniziativa patrocinata dal Comune). Nella chiesa del Ss.Sacramento invece è stato allestito un artistico presepe napoletano ottocentesco.  Da Forte dei Marmi arriva una curiosa iniziativa per rappresentare la Natività. La promuovono i padri francescani, che, nella notte di Natale, hanno pensato di portare l’immagine di Gesù bambino dalla spiaggia fino alla chiesa, dove avrà inizio la Messa di mezzanotte. A Querceta – cittadina celebre per il suo «Palio dei micci» – l’organizzazione del tradizionale presepe quest’anno spetta alla contrada del Ponte: le statue della Sacra Famiglia, a grandezza naturale, saranno poste  in una capanna allestita in una navata della chiesa. Riparbella, il paese dei presepiRIPARBELLA – Tutti pazzi per il presepe. Quello, storico, permanentemente fissato nell’ex cinema parrocchiale di Riparbella, un presepio meccanico, costituito da 140 personaggi, che rappresentano i mestieri di campagna (arrotino, impagliatore, contadino, etc.) e che quest’anno si arricchirà di alcune new entry: il pescatore, il tagliafieno, il taglialegna.Ma anche quello realizzato da tanti riparbellini: alle finestre, sulle scale, nelle cantine, nei giardini delle proprie abitazioni. Se ne trovano decine, girando in questi giorni nel paese delle Colline pisane.Tutti saranno premiati a gennaio in occasione di un incontro conviviale, insieme alle tante scuole e associazioni del territorio, a singoli poeti e letterati che partecipano al concorso «l’arte nel presepe».«Regista» di tutto questo movimento? Il parroco don Bruno Chiavacci. A Barga il presepe vivente lungo le strade del borgoBARGA – Cresce l’attesa per il presepe vivente a Barga. Dopo una edizione, quella dello scorso anno, «annullata» causa maltempo, i barghigiani ci riprovano: venerdì 23 dicembre, antivigilia di Natale, nell’antico borgo, a fianco del Duomo, sarà collocata una capanna dove si svolgerà la scena della Natività. La Sacra Famiglia è rappresentata da Giancarlo e Sara Cella nelle vesti di Giuseppe e di Maria e da un neonato del territorio nelle vesti del Gesù bambino.Nel centro storico, invece, i paesani rievocheranno l’antica vita del borgo: i fondi delle abitazioni si trasformeranno nelle locande e nelle botteghe artigiane di una volta, mentre gli zampognari animeranno la serata.  L’inizio della rappresentazione è fissato per le ore 20.Il cielo di Betlemme nel presepe comunitario di ColignolaSe Gesù nascesse quest’anno, quale costellazione celeste vedrebbe, fuori dalla mangiatoia?. Alcuni giovani della parrocchia di Colignola si sono posti questa domanda e, dopo una ricerca su Internet, hanno riprodotto fedelmente come sarà (salvo maltempo) il cielo a Betlemme la notte tra il 24 ed il 25 dicembre. La luce di ogni stella è riprodotta grazie ad alcuni «led». Sotto il cielo ed i monti, spazio… alla creatività: il parroco don Francesco Fabrizio ha invitato la gente a portare da casa questo o quel personaggio; così, a lavoro completato, tutti potranno dire di aver contribuito alla rappresentazione della Natività.  Anche in questo caso, dunque, si può parlare di un «presepe che cresce».Personaggi in costume d’epocaA  San Giuliano torna, nella piazza principale, di fronte ai «Bagni di Pisa», il suggestivo presepe allestito dalla Fondazione Cerratelli (impegnata nel restauro, nella catalogazione, nella conservazione e nella promozione degli abiti un tempo confezionati dalla casa d’arte «Cerratelli») in collaborazione con il Comune. Anche in questo caso, i personaggi, a grandezza naturale, indossano i costumi di scena conservati dalla fondazione.Si muove grazie a ruote di biciSAN MARTINO A ULMIANO  – A due passi due dalla chiesa di San Martino a Ulmiano, in un box, troviamo un suggestivo presepe meccanico, costruito nel 1951 dall’artigiano Osvaldo Coli. Dal 1971 è aperto al pubblico da Natale all’Epifania. Il presepe rievoca i fatti biblici dell’Annunciazione dell’angelo, il cammino di Maria e Giuseppe verso Betlemme, l’annuncio ai pastori, la natività, l’adorazione dei Magi e la strage degli innocenti. Le sapienti mani del compianto Osvaldo Coli hanno costruito tutti i personaggi compreso le teste e le vesti e gli animali. Ottanta i personaggi in movimento collegati da fili di ferro a ruote di bicicletta, il tutto movimentato da un unico motore. La visita al presepe è gratuita.Presepe meccanico a Castelmaggiore e CalciCASTELMAGGIORE  – Non una, ma due chiese, per ospitare una parte del grande presepe meccanico realizzato tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso dagli artigiani calcesani Renzo e Alberto Meucci. Nella chiesa di Castelmaggiore, troviamo il tempio pagano, la capanna e la Sacra Famiglia; nella propositura di Calci, alcuni quadri di vita artigianale e agricola.L’originale è stato esposto, in passato, a Pisa, Livorno, Roma (in Santa Maria degli Angeli), Bologna, Torino, Milano, Ferrara, Parma ed anche all’estero. Un «pezzo» si trova oggi a Bogotà, in America Latina. Altri sono ancora conservati in un magazzino.A Nicosia il presepe che cresceLa tradizione dei grandi presepi in Valgraziosa si rinnova con quello di Nicosia: lo definiscono «il presepe che cresce» perché ogni anno vede aggiungersi nuovi personaggi e nuove ambientazioni. Quali saranno le new entry di quest’anno? «Venite e vedrete» la risposta delle progettiste.Il presepe di Nicosia è nato col Natale 1999, è ambientato in Palestina e costruito interamente a mano all’interno della chiesa, unica parte restaurata di un grande convento abbandonato. Le parti visibili delle statue sono in gesso modellato a mano e poi dipinto, mentre il corpo è costituito da una intelaiatura ricoperta con abiti realizzati con stoffe simili a quelle che venivano usate al tempo della Natività. Per le scenografie vengono usati materiali naturali come sughero, radici di alberi, borraccina, canne, tronchetti.La Natività in 3 D al Santa CaterinaLa poesia e lo sguardo incantato dei bambini nella notte di Natale diventano virtuali e tridimensionali. Succede all’Istituto Arcivescovile S.Caterina, dove lo scorso mercoledì 14 dicembre è stato inaugurato un presepe che fonde tradizione e nuove tecnologie.Per realizzare i personaggi e le ambientazioni sono stati utilizzati i disegni dei bambini della scuola primaria e media inferiore della scuola, coinvolti nel percorso didattico-tecnologico «La natività vista con gli occhi dei bambini: fra tradizione e tecnologia». I disegni sono stati rielaborati, attraverso appositi strumenti e il know-how dell’Istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’associazione Mnemosyne. Una volta digitalizzati, sono stati trasformati in sagome tridimensionali e collocate in un’ambientazione virtuale. L’applicazione sarà prossimamente oggetto di un e-book.