Vita Chiesa

PADRE PIO: MONS. D’AMBROSIO, LA RIESUMAZIONE DEL CORPO È UN GESTO DI DEVOZIONE

“Un gesto di devozione, cui ci si deve accostare con gratitudine, devozione e venerazione”. Così l’arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, che riveste anche il ruolo di delegato della Santa Sede per il Santuario e le Opere di San Pio da Pietrelcina, spiega oggi al SIR il significato della esumazione del corpo di San Pio. In occasione del 40° anniversario della morte (23 settembre 1968), infatti, le spoglie mortali del Santo – come annunciato ieri dallo stesso arcivescovo – saranno riesumate ed esposte alla venerazione dei fedeli a partire dal mese di aprile. “Nella prassi della Chiesa – spiega mons. D’Ambrosio – è una prassi abbastanza normale che si proceda alla ricognizione delle spoglie mortali di un Santo. È normale verificare lo stato in cui si trova il corpo di un Santo, valutarne lo stato di conservazione”. C’è una “motivazione alta – aggiunge l’arcivescovo – che ci spinge a questo gesto: permettere anche alle generazioni che verranno dopo di noi la possibilità di venerare e custodire nel migliore dei modi le spoglie mortali di San Pio da Pietrelcina. La riesumazione, spiega ancora mons. D’Ambrosio, “non è una sorta di feticismo” e non ci si deve accostare ad essa con curiosità. Si tratta, invece, di un gesto di devozione, di venerazione verso un uomo che, sull’esempio di Cristo, è passato facendo del bene. Padre Pio ha fatto del bene agli spiriti, in particolare, con il ministero della riconciliazione, dell’accoglienza dei peccatori. E ha fatto del bene all’uomo sofferente con il grande monumento della carità che è la Casa sollievo della sofferenza”. La riesumazione, conclude l’arcivescovo, “è quindi un gesto di devozione, cui ci si accosta con gratitudine e venerazione, con il desiderio di imitare il Santo. Non è un toccare quasi per ricevere chissà quale flusso potente. È la venerazione e la devozione che abbiamo verso le persone che ci sono care”.Sir