Cultura & Società
Padre Nazareno Taddei, mons. Viganò (Pas): “regista e teorico del cinema, ha segnato la storia della presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione”
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Il gesuita, autore negli anni Sessanta di importanti libri come “Trattato di teoria cinematografica”, “Lettura strutturale del film” e “Giudizio critico del film”, soffrì molto per la polemica sorta intorno alle sue recensioni del film “La dolce vita” di Fellini, che fin dall’inizio divise la critica e fu “sconsigliato” dal Centro cattolico cinematografico, poi confluito nell’Ente dello Spettacolo.
La consegna del Premio, il 24 novembre 2005 al monastero di Santa Scolastica, fu “un vero e proprio momento ecclesiale con la presenza dell’arcivescovo Francesco Cacucci e del vescovo Farina”, ricorda Viganò. “Poteva apparire un momento celebrativo di una persona che certamente aveva segnato la storia della presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione – scrive Viganò -, ma il valore di quel momento al monastero di Santa Scolastica doveva ancora essere svelato. E lo sarà proprio dalle parole di Taddei, quell’eco ha segnato una novità rispetto alla lettura delle incomprensioni e contrapposizione nella Chiesa rispetto al film ‘La dolce vita’”.
“Con questo premio – aveva detto nel suo intervento il gesuita – è stato fatto crollare un muro di incomprensioni e di diffidenze che c’era tra due Enti dedicati allo stesso scopo, nello stesso nome di Cristo che non potevano collaborare… uno dell’autorità ecclesiastica, l’Ente dello Spettacolo, e l’altro dell’autorità religiosa, almeno dalla Compagnia di Gesù”. Taddei collaborò con la Rai a partire dagli inizi degli anni Cinquanta. Nel 1953 ricevette, dall’allora cardinale di Milano Schuster, l’incarico di curare le trasmissioni della Rai di Milano e se ne occupò fino al 1960. Per Francesco Casetti, (Università Cattolica), l’intuizione del gesuita fu che “il cinema è anche e soprattutto linguaggio”.
Taddei “mette in luce non solamente la differenza tra l’immagine e la ‘cosa rappresentata’, ma mette in gioco l’intero quadro di quello che si può chiamare il processo di significazione. Dunque il cinema come linguaggio e processo di significazione che il cinema riesce a sviluppare”.