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PACE: NEL RICORDO DI LA PIRA DALL’AC UN «PROGETTO CITTADINANZA»

“Se La Pira fosse qui oggi, soffrirebbe, ma direbbe parole di speranza”. Era inevitabile che il colloquio su “Unità, diversità e dialogo”, promosso domenica 23 marzo a Firenze dall’Azione cattolica della Toscana, acquistasse un senso diverso alla luce della guerra in Iraq. Enzo Bianchi, Giovanni Conso, Riccardo Petrella e monsignor Felix Machado hanno infatti riadattato i loro interventi con riferimenti all’attualità e soprattutto agli appelli del Papa, “quasi irriso dai potenti del mondo – come ha constatato il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Conso –. Eppure nessuno come lui ha parlato di pace in questi tempi”. Sul piano più politico, Conso ha proposto la revisione dello Statuto delle Nazioni Unite per superare l’anocronistico diritto di veto concesso a cinque Stati. “Per noi la pace non è pacifismo”, ha precisato l’arcivescovo di Pisa, Alessandro Plotti, che ha celebrato la Messa in qualità di presidente della Conferenza episcopale toscana. La pace è un dono che viene dato a chi accetta quella che Plotti, riferendosi alla Lettera ai Corinzi, ha definito la “stoltezza” evangelica, che si contrappone alla presunta “sapienza” degli uomini, “a chi crede di essere padrone del mondo, a chi crede di poter dire cosa è bene e cosa è male”. Il colloquio fiorentino si è concluso con un documento sul “Progetto cittadinanza” con cui si invitano i membri dell’Azione cattolica ad un impegno più intenso nel promuovere il valore della persona umana, i fondamentali diritti di cittadinanza planetaria, il diritto universale all’educazione e una cultura della legalità, della solidarietà e della giustizia.