Una data caratterizzata, a Firenze, dalla tradizionale festa della Rificolona, che ha il suo culmine proprio nella piazza antistante la Basilica. Per questo, mentre nella chiesa si svolgeva la prima parte della veglia di preghiera guidata dal vescovo ausiliare Claudio Maniago, il cardinale ha accolto in piazza San Giovanni il tradizionale corteo cui si erano uniti i circa 600 pellegrini giunti nel pomeriggio a Firenze dalla basilica dell’Impruneta, con un cammino di 14 chilometri che si è ripetuto quest’anno per la terza volta ed è stato anch’esso dedicato all’invito del Santo Padre. Guidato dall’arcivescovo, il corteo ha quindi raggiunto piazza Santissima Annunziata dove Betori ha salutato i presenti ricordando tra l’altro come al suo ingresso in diocesi, prima di raggiungere la Cattedrale, si fosse recato nella Basilica «a guardare il volto di Maria, perché è Maria che ci insegna chi è Gesù», e invitando infine chi lo desiderava a entrare con lui in chiesa per pregare assieme.Ma oltre all’invito a rivolgersi con fiducia a Maria, proseguendo nella sua esortazione prima della recita conclusiva del Rosario il cardinale ha anche sottolineato che la pace «dobbiamo costruirla noi», aggiungendo: «Non ci illudiamo che la pace si faccia sul tavolo delle trattative. Non sono i grandi che fanno la pace; la pace nasce dal cuore della gente: uno, due cuori in pace, un popolo di cuori in pace diventano una forza travolgente. C’è dunque da convertire i cuori degli uomini alla pace, però non chiederti quali sono i cuori da convertire: comincia dal tuo cuore. Ciascuno di noi sa bene quale cammino di pace, con chi, dove e come deve ancora fare per dire che il suo cuore custodisce la cultura dell’incontro e della pace».La festa in piazza si è poi conclusa con uno spettacolo dei giovani di Nomadelfia anch’esso dedicato al tema della pace, con spettacolari danze tradizionali di vari popoli.