Vita Chiesa

PACE: CANTI INTERRELIGIOSI NELLA CHIESA DI LEONARDO A VINCI

Nella chiesa dove venne battezzato Leonardo (il fonte battesimale è ancora quello) può accadere che un giovedì dopo Pasqua cristiani, ebrei, musulmani preghino insieme con le melodie dei rispettivi canti religiosi. Accadrà giovedì 20 aprile nella Chiesa di Santa Croce a Vinci dove il parroco monsignor Renato Bellini, d’intesa con la Commissione cultura del Consiglio pastorale zonale ha organizzato un singolare incontro interreligioso basato proprio sull’armonia dei canti.

Il canto liturgico ebraico sarà proposto da Enrico Fink e dal suo gruppo (flauto traverso, chitarra, violoncello): una delle formazioni più interessanti nel panorama italiano nella riscoperta e rielaborazione di musica tradizionale ebraica. Moni Ovadia, definendo Fink come suo erede, lo ha descritto come “un tessitore che cerca di ricucire l’infranto”. Fink propone brani come il Bereshit (la Genesi), il Salmo 137, il Lecha Dodi (un canto del sabato insieme ad altri due inni tradizionali di benvenuto allo Shabbat), l’Avarechà (un canto di matrimonio), il Kol Nidrey (un canto secondo la liturgia est europea di introduzione al giorno del kippur).

La tradizione musulmana – con l’Imam di Colle val d’Elsa Jabereen Feras – proporrà, nella chiesa cattolica di Vinci, alcuni versetti della sura di Maria e altri della sura di Taha. Preghiere del mattino e della sera: preghiere e canti ispirati alla fraternità, alla pace, all’amicizia e alla dimensione del perdono.

L’apporto del cristianesimo alla serata vinciana sarà basato sulla magia del canto gregoriano, il canto delle parole di Dio. Andrea Vannucchi, organista nella chiesa del S. Spirito a Pistoia, dov’è collocato uno fra gli organi più preziosi, dirigerà il gruppo vocale della scuola comunale di musica ‘Mabellini’ che eseguirà due sequenze dal ‘Veni Sancte Spiritus’ (brano del X secolo) e la ‘Tempore Paschali Missa’.

“Siamo particolarmente lieti di ospitare questa serata – ha detto monsignor Bellini – che sarà aperta a chiunque voglia fermarsi, chiudere gli occhi e farsi aiutare dalle melodie per riflettere sul significato della dimensione trascendente nella costruzione di una società formata da persone con storie, culture, religioni diverse eppure unite nella reciproca buona volontà di comprendersi e di stare insieme”. (ANSA).