Toscana

OSTAGGI IN IRAQ: ROMA, RIMINI, CAMALDOLI E LIVERPOOL IN PREGHIERA PER LE DUE SIMONE E KEN BIGLEY

“Sono momenti in cui dobbiamo lasciar spazio alla preghiera e alla speranza, in attesa di conferme serie su queste notizie”. A parlare è padre Arrigo Anzani, religioso del monastero di Camaldoli, “luogo caro alla famiglia Torretta che qui passa spesso la Pasqua”. “Adesso è difficile esprimersi – dice al Sir -. Ho parlato con Laura Torretta, ieri sera, la mamma era ad una veglia di preghiera per san Pio da Pietrelcina, e l’ho sentita relativamente serena. Fino a quando non arrivano altre notizie bisogna pregare. Ogni giorno a Camaldoli, come a Roma, preghiamo per la liberazione degli ostaggi e per le loro famiglie. Il monastero per loro è sempre aperto e disponibile ad offrire accoglienza e protezione”.

Stesso invito alla preghiera arriva dalla parrocchia di San Girolamo di Rimini, città di Simona Pari. Il parroco, don Renato Bartoli, non ha esitazioni: “E’ il tempo della vicinanza e della condivisione. Ed è bello che questa sia mostrata non solo dai parrocchiani ma da tutti. Di fronte alla inaudita violenza del terrorismo non abbiamo altri strumenti che la preghiera. Per questo ogni giorno ricordiamo gli ostaggi detenuti pregando per la loro liberazione”.

Preghiera come conforto in queste ore di grande angoscia anche per l’ostaggio britannico Ken Bigley, sequestrato in Iraq insieme a due americani, poi giustiziati in video dal terrorista Al Zarqawi. In un comunicato, il primo della Chiesa cattolica in Inghilterra, mons. Patrick Kelly, arcivescovo di Liverpool, città di origine dell’ostaggio, ricorda Bigley e la sua famiglia. “Da molti mesi siamo in preghiera per la Terra Santa e l’Iraq – scrive mons. Kelly – in quest’ora l’agonia di Kenneth Bigley e della sua famiglia ha dato nuovo vigore a quella preghiera. Senza dubbio questa preghiera affezionata e sincera continuerà ad accompagnare tutti coloro che soffrono in modo così terribile in questi giorni cupi”.Sir