Vita Chiesa

Ossezia, tante domande intorno a una tragedia

DI DON FRANCESCO SENSINIDavanti all’edicola, nell’attesa di acquistare i giornali, alcune persone commentano a voce alta : «Queste cose non si possono vedere…» Il riferimento è alle immagini dei tanti bambini uccisi nella scuola di Beslan. Avverto anch’io la stessa sensazione, un misto di rabbia e di pietà. Potrei tacere, sono lì solo per il giornale ma voglio provare ad andare oltre la semplice impressione. E per provocare, rivolgendomi all’edicolante che mi conosce, dico: «Io, per fortuna, con tutte le immagini di guerre e violenze che ho visto, sono abituato!», Subito vengo ripreso anche in modo piuttosto violento: «Ma che razza di prete è lei, non vede che sono tutti bambini?»Ringrazio l’amico della reazione e scusandomi per la superficialità manifestata, chiarisco a me stesso, anche se a voce alta, le ragioni della mia provocazione e spiego perché in realtà quelle immagini non le posso vedere neppure io. I bambini sono innocenza e speranza. I bambini sono vita e futuro. E togliere all’umanità queste cose è distruggerla. Ecco perché non si possono vedere quelle immagini: perché è come vedere la propria distruzione, la propria morte.E per crescere nella convinzione che la vita è dono di Dio, che la vita è futuro, che la vita è speranza, che la vita è bene, si ha bisogno di ben altre immagini. Adesso che il clima è più disteso, il dialogo si arricchisce: «Mi scusi don… don Francesco, ma secondo lei Dio manderà questi assassini all’inferno?»È curioso pensare come in certe circostanze la realtà dell’inferno sia la prova dell’esistenza di Dio! Comunque la risposta alla domanda, così come è formulata sarebbe questa: No! Dio non manda all’inferno nessuno. Ma probabilmente la domanda vera è questa: ma Dio farà giustizia per queste vittime innocenti? La risposta è sì! Chi ha sbagliato pagherà e chi è rimasto vittima avrà il centuplo di quello che ha perso. Se quegli uomini assassini, fino alla fine, non hanno avuto nessun rispetto per la vita degli altri, credo che Dio, in nome della libertà, dovrà escluderli da una vita di comunione (paradiso) e li lascerà vivere nell’isolamento più completo (inferno). Io – interviene un altro, allontanandosi – se ero il padre eterno non gli avrei permesso di fare quello che hanno fatto!Il rumore di un clacson ci richiama alla «realtà» e augurandoci buona giornata ci salutiamo.