Cultura & Società
Osservatorio tg Eurispes: Matteo Salvini è il più presente in tv
«Con oltre 900 apparizioni protagonista quasi assoluto della comunicazione, tra ottobre 2018 e marzo 2019, è Matteo Salvini (un dato che conferma il trend iniziato dopo le elezioni del 4 marzo 2018)». È quanto emerge dal Rapporto semestrale dell’Osservatorio tg dell’Eurispes, presentato oggi a Roma. Lo studio ha preso in esame le presenze nei titoli dei protagonisti politico-istituzionali nelle edizioni di «primetime» da ottobre 2018 a marzo 2019 e ha fornito un quadro del bacino di pubblico dei principali telegiornali e quotidiani nazionali rispetto a qualche anno fa. Il rapporto, spiegano i promotori, è «un’occasione per fare il punto della situazione della comunicazione nel nostro Paese, alla luce della formazione del nuovo Governo e in vista delle imminenti elezioni europee».
Matteo Salvini il più presente in tv. Il leader della Lega Matteo Salvini ha una presenza media nei tg del 10,02%, seguito da Luigi Di Maio (9,00%), Giuseppe Conte (6,78%) e Sergio Mattarella (4,29%).«In virtù delle innumerevoli frizioni con la parte ‘gialla’ del Governo (in particolar modo sulla Tav), e dell’attenzione mediatica conquistata sui temi dell’immigrazione (con tanto di iscrizione del vicepremier nel registro degli indagati in relazione alla vicenda Diciotti) – ha spiegato Luca Baldazzi, responsabile dell’Osservatorio tg -, Salvini ha raccolto, tra ottobre 2018 e marzo 2019, quasi 900 presenze nelle titolazioni di tg delle 7 testate generaliste (le tre principali emittenti Rai e Mediaset e La7, ndr.) nelle edizioni di primetime». «L’attenzione mediatica – ha detto il responsabile dell’Osservatorio – che si focalizza intorno ai ‘Dioscuri del Governo’, ma non nega spazio al premier (soprattutto per il ruolo di cerniera con l’Europa), produce come risultato non secondario che le stesse tematiche oggetto delle loro presenze e dei loro interventi ‘scompaiono’ in quanto tali, per essere assorbite dal loro ‘rimbalzo’ nelle dichiarazioni dei due vicepremier. Ciò vale in particolar modo per le questioni dell’immigrazione, che non è presente nella cronaca, ma ‘trionfa’ grazie alla centralità assunta nelle polemiche della politica. Destino non dissimile è quello della Tav, che si risolve in una infinita partita di ping-pong tra Salvini e Di Maio (supportato da Toninelli)».
Le apparizioni delle opposizioni. «Dai dati – evidenzia Baldazzi -, risulta la quasi totale assenza delle opposizioni nel primetime dell’informazione. Per Berlusconi si segnala un ‘revival’ in occasione delle elezioni regionali in Abruzzo, Sardegna e Basilicata, in primo luogo grazie all’apporto delle testate Mediaset (36 presenze nei titoli delle 3 testate nel mese di febbraio). Per il Partito democratico, la sua ‘esistenza in vita’ viene certificata dai Tg solo a marzo, grazie alla campagna delle primarie che hanno incoronato Zingaretti».
Numerosi cambi ai vertici dei tg. Il semestre della comunicazione oggetto dell’indagine ha esordito con le nomine dei nuovi direttori dei Tg Rai, che si sono insediati a fine novembre. «Alla guida dei telegiornali del Servizio pubblico – ha spiegato Baldazzi – sono stati chiamati tre giornalisti, in due casi sostanziali emanazioni degli alleati di Governo; nel terzo caso, si tratta di una figura riferibile all’area di sinistra precedentemente vincente e al timone anche dell’ammiraglia Tg1, ma ora sconfitta e residuale. Giuseppe Carboni (area M5S) al Tg1, Gennaro Sangiuliano (area Lega, e più in generale di destra) al Tg2, Giuseppina Paterniti al Tg3: questo, da 4 mesi, il trio che guida l’informazione Rai».
Tracciando un bilancio dei primi mesi di direzione, il responsabile dell’Osservatorio ha affermato: «A viale Mazzini è accaduto quello che immancabilmente si accompagna ad ogni cambio di maggioranza politica e di Governo. È stata così creata una nuova sponda mediatica, acconcia alla maggioranza gialloverde». Analizzando invece la situazione dei tg di Mediaset, Beldazzi ha rilevato come «l’azienda nel corso della primavera 2018 sia andata incontro ad un processo di ‘de-salvinizzazione’, che aveva portato all’allontanamento di diversi giornalisti accusati di aver tirato la volata al leader leghista. Molti ‘nomi illustri’ tra gli epurati, tra cui i conduttori Del Debbio e Belpietro, e il direttore del Tg4 Mario Giordano». Da ultimo è stato preso in esame il caso del tg di La7. «Di contro ai tanti mutamenti e repentini assestamenti delle altre testate, nell’ultimo anno Tg La7 non sembra aver cambiato linea nei confronti del nuovo Esecutivo – ha affermato Baldazzi – : Mentana fornisce sempre un quadro corretto e equilibrato, anche se non nasconde in alcuni casi la sua preoccupazione su alcuni temi».
Un calo netto per quotidiani e tg. Nel Rapporto sono anche stati presi in esame gli ascolti dei tg e le vendite dei quotidiani, confrontando gennaio 2011 e gennaio 2019. Un calo di pubblico deciso e consistente tra il pubblico dei telegiornali della tv generalista e tra i lettori dei principali quotidiani nazionali. «Il tg1 – si legge nel Rapporto – ha perso il 15,50% di ‘share’; il tg2 il 34,80%; il tg3 il 18,10%». Un calo che ha colpito anche le reti Mediaset: «il tg4 ha perso il 43,40%; il tg5 il 16,70%, Studio aperto il 41.30%». Il tg di La7, invece, ha perso il 40.50% di pubblico. Un calo che ha colpito anche i quotidiani: il Corriere Della Sera ha perso il 53% di lettori; Repubblica il 59,30%; La Stampa il 53,60%; Il Giornale il 71,40%; Il Sole 24 Ore il 71,80%; Il Fatto Quotidiano il 54,20%.