Vita Chiesa

ORTODOSSI: VERSO LA COSTITUZIONE DELLA DIOCESI ORTODOSSA RUMENA D’ITALIA

Primo e decisivo passo verso la costituzione della diocesi ortodossa rumena in Italia. Martedì 19 febbraio a Parigi è stata convocata una Assemblea generale straordinaria della Metropolia ortodossa rumena dell’Europa occidentale e meridionale. All’ordine del giorno c’è la modifica dello Statuto canonico della Metropolia, in conformità alle decisioni prese dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa rumena di fondare la diocesi ortodossa rumena d’Italia e la diocesi ortodossa rumena di Spagna e Portogallo. Durante l’Assemblea straordinaria – si legge nella lettera di convocazione firmata dal metropolita Josif – verranno costituite le Assemblea diocesane (organi maggiori di guida di una diocesi, formate da un certo numero di sacerdoti e laici) delle due nuove diocesi le quali procederanno (sempre a Parigi) alla designazione dei candidati che saranno presentati al Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Romania per la elezione del vescovo. “Con l’aumento del numero di rumeni e di parrocchie, in modo particolare in Italia e in Spagna – spiega la Sir padre Traian Valdman – si è presa la decisione di staccare le due diocesi suffraganee di Italia e Spagna e Portogallo, le quali insieme alla diocesi della Francia continueranno a costituire la Metropolia dell’Europa occidentale e meridionale”. La decisione, in realtà, di costituire una diocesi italiana era già stata presa dal Patriarca Daniel di Romania e comunicata nel mese di novembre scorso con una lettera a mons. Vincenzo Paglia in qualità di presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo. L’assemblea parigina è il passo successivo di modifica dello Statuto e di nomina dei candidati a vescovo. Ad essere convocati dall’Italia, sono in circa 200, in quanto essendo 70 le parrocchie ortodosse rumene presenti nel nostro Paese, si chiede la partecipazione di un chierico e di due laici per parrocchia. Parroco della prima parrocchia rumena in Italia negli anni ’70, padre Valdman parla ”di grande gioia perché è un opera che comincia ad arrivare alla sua maturità” e di “grande responsabilità perché il vescovo che viene dovrà essere una persona capace di ascoltare, mettersi in dialogo e stabilire ottimi rapporti non solo con i fedeli ma anche con i fratelli delle altre chiese e in modo particolare con la Chiesa cattolica italiana che ci ha messo a disposizione la stragrande maggioranza dei luoghi di culto. Dovrà quindi essere una persona aperta , dall’anima ecumenica”.Sir