Continua la persecuzione dei cristiani in Orissa (India), nell’indifferenza delle autorità. La denuncia viene da mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar. Almeno 11mila cristiani sono ancora nei campi di raccolta nel distretto di Kandhamal e diverse migliaia in altri distretti, senza contare quelli che sono fuggiti in altri stati dell’India a casa di parenti o conoscenti. Tutti temono nuove violenze se dovessero tornare ai loro villaggi, prosegue il presule. Al picco della persecuzione, successiva all’assassinio il 23 agosto scorso di un leader induista radicale di cui erano stati accusati i cristiani nonostante i guerriglieri maoisti avessero rivendicato l’uccisione, sono stati una cinquantina le vittime e 50mila i profughi. Lutti e incertezza, frutto della violenza scatenata da gruppi indù legati a poteri economici e politici che vedono nell’impegno dei cristiani per la giustizia e l’uguaglianza un pericolo alla loro supremazia. Per Natale prosegue mons. Cheenath – i nostri persecutori hanno già annunciato nuove iniziative contro di noi. Per tanti che attendono di poter tornare e per molti che sono rimasti a vivere nell’incertezza, il messaggio degli estremisti è chiaro: solo la riconversione all’induismo potrà salvarvi!.Sir