Toscana
Oratori, approvata la legge regionale per il riconoscimento e la valorizzazione della funzione sociale
Il provvedimento vuole essere una risposta alla povertà educativa. Sono oltre 500 gli oratori presenti in Toscana

Si scrive Oratori e si legge “riconoscimento e valorizzazione della funzione sociale, educativa e formativa”. Questa la valenza della norma – approvata dall’Aula di palazzo del Pegaso con 33 voti favorevoli ed uno non espresso, quello di Irene Galletti (M5S) – caratterizzata da un lungo e partecipato dibattito.
La legge, come spiegato dalla presidente della commissione Istruzione, formazione, beni e attività culturali, Cristina Giachi (Pd), partendo da un dato preciso: 500 oratori strutturati e suddivisi nelle 17 diocesi, ha inteso dare riconoscimento a tali luoghi di incontro, inclusione e di crescita.
Il testo, come ricordato, è frutto di un lavoro articolato, portato avanti dalle commissioni Cultura e Sanità, anche attraverso audizioni, ed emendamenti del Partito democratico, migliorativi del provvedimento inizialmente presentato dalla Giunta. Le attività oratoriali saranno finanziate sulla base di avvisi e di protocolli di intesa, con uno stanziamento complessivo di 300mila euro ogni anno, “mantenendo piena apertura a tutti i soggetti in possesso dei necessari requisiti, che prevedano nel proprio statuto attività oratoriali”. “Un modo concreto, per la Regione Toscana, di dare un contributo positivo all’educazione e alla formazione dei giovani”, ha concluso Giachi.
A dare il “la” al dibattito il consigliere Diego Petrucci (FdI) che, parlando della straordinaria funzione degli oratori, si è soffermato sul tema della povertà educativa, auspicando che la Regione possa investire di più, ricordando le risorse a livello nazionale. Ma al di là dei numeri, come sottolineato da Cristiano Benucci (Pd), il punto cruciale della legge è la “valorizzazione di un luogo dalla funzione educativa e inclusiva, unico cancello aperto in alcuni territori”. Anche il presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd), ha parlato di “tassello importante nella battaglia complessiva alla lotta alla povertà educativa”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Stefano Scaramelli (Iv) che, indipendentemente dalla confessione e dalla fede, ha riconosciuto alle “attività oratoriali una valenza di crescita morale ed etica”. E se anche la discussione può chiamare in causa la laicità delle istituzioni, secondo Marco Niccolai (Pd) era “necessario dare dignità legislativa alla rete degli oratori, che danno davvero mano alla collettività”. Nell’accogliere tutti, “sono strumento di cura e promozione delle fragilità, stimolo al dialogo interculturale e interreligioso”, ha sottolineato Marco Martini (Pd). Di “attività importante soprattutto nei piccoli centri minori” ha parlato anche Vittorio Fantozzi (FdI), mentre Vincenzo Ceccarelli (Pd) di “buona e bella pagina scritta dal Consiglio regionale”.
Di diverso tenore, invece, l’intervento di Irene Galletti (M5S) che, pur riconoscendo il ruolo degli oratori soprattutto in passato, con la lezione di don Lorenzo Milani, ha espresso una diversa visione: “la questione confessionale non è in linea con i principi che dobbiamo seguire, dell’educazione dobbiamo farci carico noi come istituzione”.
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla stesura ed un commento alla legge anche da parte del presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo: “Sono orgoglioso di questa approvazione perché sostenere le attività oratoriali significa investire nel futuro delle nuove generazioni; ancora una volta la Toscana si conferma una terra attenta ai bisogni dei giovani e delle famiglie, stanziando risorse concrete per garantire il sostegno a progetti educativi, formativi e ricreativi, in collaborazione con le parrocchie, gli enti ecclesiastici e le associazioni che operano sul territorio”.