Vita Chiesa

ORA DI RELIGIONE: MESSAGGIO CEI, NO A STILI DI VITA INCONSISTENTI

“Alla scuola è chiesto di mettere in discussione stili di vita inconsistenti, purtroppo oggi diffusi e propagandati con leggerezza, per far riemergere i valori che contano”. E’ quanto si legge nel messaggio della Cei sull’insegnamento della religione cattolica (Irc), dal quale risulta che quest’anno “ben il 91,2% degli studenti e delle loro famiglie ha scelto, nella scuola statale, di avvalersi” di tale insegnamento: ad essi vanno sommati quanti si avvalgono dell’Irc nella scuola cattolica, per un totale del 91,9% dell’intera popolazione scolastica. Per i vescovi italiani, “sono le famiglie stesse ad avvertire il bisogno di essere sostenute e accompagnate nel difficile compito dell’educazione, e per questo ripongono nella scuola una grande fiducia, che si fa quasi invocazione d’aiuto”. “La scuola – si legge nel messaggio – è un’occasione unica e un tempo quanto mai opportuno per riflettere e trovare la strada che conduce a una felice realizzazione di sé”. Un compito, questo, che la scuola non può svolgere “da sola”, perché “ha bisogno della collaborazione della famiglia e della società”: ma “non si può prescindere” da essa, perché “qui “si impara a essere vigilanti, critici, propositivi, costruttori di un futuro aperto all’accoglienza e alla condivisione, modellando uno stile di vita che non cede all’egoismo e alla prepotenza e si caratterizza per l’amore e la responsabilità”.

Per la Cei, “il nuovo anno scolastico si caratterizza per taluni cambiamenti, che pur non intervenendo in maniera diretta sull’insegnamento della religione cattolica, ne confermano la dignità di disciplina autonoma, intorno alla quale promuovere una proposta didattica ed educativa in grado di aiutare gli alunni a comprendere meglio la storia culturale del nostro Paese, nonché il rilievo che in esso ha avuto e ha tuttora il cattolicesimo”. L’Irc, inoltre, è “una preziosa occasione per riflettere sulla dimensione religiosa dell’uomo”, oltre che “una risorsa indispensabile per decifrare le attese e i desideri presenti in ciascuno, a cui le religioni intendono dare una risposta alta, non illusoria e coraggiosa”. In particolare il cristianesimo, per i vescovi italiani, “si propone come via ragionevole, capace di dare significato alle scelte e al futuro dei singoli e dell’intera umanità”. In questa prospettiva, i vescovi si dicono “certi” che l’Irc continuerà ad “offrire uno specifico contributo anche per la professionalità dei docenti, da alcuni anni inseriti nella scuola con un ruolo maggiormente riconosciuto”. A partire dal “favore” di cui gode in Italia l’Irc, i vescovi concludono auspicando che “nessun alunno, anche se proveniente da Paesi stranieri o appartenente ad altra religione, trascuri o sottovaluti tale importante opportunità formativa”.

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