Vita Chiesa

ORA DI RELIGIONE, MESSAGGIO CEI: LA STORIA E I VALORI DELL’ITALIA PER UNA CONVIVENZA CIVILE

La “storia” e i “valori” dell’Italia non sono “da ignorare o da mettere tra parentesi, ma da mettere in gioco, affinché dal confronto, franco e sincero, si realizzi e consolidi una proficua convivenza civile, dove tutti possano trovare le opportunità per realizzare se stessi”. E’ quanto scrivono i vescovi, nel Messaggio della Cei sull’insegnamento della religione cattolica, diffuso oggi. “Se veramente la centralità della persona è il fine primario della scuola – è la constatazione di fondo della Chiesa italiana – l’Irc può offrire alle nuove generazioni il contributo dell’umanesimo cristiano, quello che si ispira alla persona di Gesù Cristo e al suo Vangelo. È qui, sulla solida base del riconoscimento di Dio come Padre di tutti, che è compreso un mondo di valori spirituali ed etici peculiari, dove si concentrano in massimo grado, intrecciandosi tra loro, le esigenze della persona, della giustizia, della solidarietà e della pace. Su questo vorremmo che riflettessero alunni, genitori, docenti e mondo civile”.

“L’anno scolastico 2005-2006 – esordiscono i vescovi – è l’anno della riforma che si sta concretizzando in attività didattica nella scuola dell’infanzia, in quella primaria e secondaria di primo grado, mentre per la scuola secondaria di secondo grado la sua applicazione è ancora in via di definizione”. Ma è anche un anno in cui, “in modo più profondo e dimensioni più vaste”, sottolinea la Cei, “le scuole italiane sono chiamate a essere luogo d’incontro per alunni provenienti da ogni angolo del mondo, con la propria sensibilità, tradizione, cultura. È quindi un anno in cui l’Italia è sollecitata, cominciando specialmente dalla scuola, a far diventare concreta l’accoglienza e a rendere costruttivo – e non conflittuale – l’incontro”.

“Può farlo in un unico modo”, è l’invito dei vescovi: “a partire dalla propria storia e dai valori sui quali si è costruita; storia e valori non da ignorare o da mettere tra parentesi, ma da mettere in gioco, affinché dal confronto, franco e sincero, si realizzi e consolidi una proficua convivenza civile, dove tutti possano trovare le opportunità per realizzare se stessi”. “La scuola – si legge ancora nel Messaggio – è il luogo ideale per vincere questa scommessa e far sì che il sogno si avveri. Qui gli alunni imparano a rispettarsi, aiutarsi e crescere insieme. Qui le diverse identità si confrontano, scoprono di avere come fine comune il bene della persona e della società e quindi imparano a stimarsi e collaborare. L’insegnamento della religione cattolica intende dare il suo contributo originale per raggiungere questa meta, secondo la sua specificità e in stretto dialogo interdisciplinare”, proponendo cioè anzitutto “una conoscenza organica del cattolicesimo, secondo la coscienza che ne ha la Chiesa, in dialogo con le diverse confessioni di fede cristiane e le altre religioni. In tal modo gli alunni possono accostarsi a un fatto religioso e al tempo stesso culturale, ignorando il quale è impossibile comprendere storia e identità dell’Italia e dell’Europa, e cominciare a dare una risposta alla duplice domanda basilare: chi siamo, da dove veniamo”. Anche quest’anno, ricorda la Cei, la richiesta di avvalersi dell’Irc è stata alta: ben il 91,8 per cento degli studenti della scuola statale. I docenti di religione cattolica in Italia sono oltre 15mila.

Messaggio sull’insegnamento della religione