Toscana
Opg Montelupo: Lazzeri, la chiusura un boomerang. Oltre 100 detenuti con problemi psichiatrici
«Chiusura Opg di Montelupo, rischio dismissioni selvagge in assenza di interventi strutturali che garantiscano la sicurezza dei pazienti e della comunità. Ma anche mancanza di un piano che assicuri il futuro lavorativo dei 23 operatori impiegati nella struttura». E’ l’allarme lanciato dal consigliere del gruppo «Più Toscana» e membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri, che, a un mese dalla dismissione degli Ospedali psichiatrici giudiziari (fra cui quello di Montelupo in provincia di Firenze) prevista dal cosiddetto «decreto svuota carceri» (il 211 del 2011), punta l’attenzione sulla mancanza di strutture alternative che garantiscano la gradualità del reinserimento dei pazienti.
«A luglio – spiega – gli internati erano 107 e su di loro pendono condanne per omicidio, lesioni personali, omicidio aggravato, stupro di minore e piromania. Persone che dal primo aprile rischiano di trovarsi senza sedi alternative rimanendo privi di assistenza». Un rischio denunciato anche dalla Società Italiana di Psichiatria con la proposta di una proroga al decreto per i sei Opg su suolo italiano, della quale il consigliere raccoglie l’appello.
«La chiusura dell’Opg di Montelupo – prosegue l’esponente di Più Toscana – è una scelta storica per il nostro Paese, ma i problemi di gestione rischiano di trasformarla in un boomerang sanitario che potrebbe avere gravi conseguenze sul tessuto cittadino e toscano. La Regione avrà, infatti, solo sessanta giorni di tempo per presentare un piano di utilizzo risorse che stabilisca come allocare parte dei 173 milioni di euro sbloccati il 7 febbraio da Roma per finanziare il ricollocamento dei pazienti. E tutti sappiamo come “presto e bene” stiamo male insieme. La Toscana è impreparata ad accogliere e collocare questi pazienti, specie con fondi sbloccati praticamente la settimana scorsa a fronte di un progetto, quello della ricollocazione, che richiederebbe anni di lavoro per essere a prova di bomba e garantire i diritti dei malati».
Nodi da sciogliere che si aggiungono a quelli sul destino dei pazienti che dovranno continuare a scontare la loro pena in carcere. «Per queste persone – commenta – servono misure da attuare immediatamente come reparti dedicati negli istituti di pena che in Toscana sembrano un paradosso viste le condizioni dei carceri di Firenze, con 935 detenuti a fronte dei 450 previsti, o di Lucca, dove un giorno fa sono state rinvenute deiezioni di topi nelle cucine. Il patto per la riforma del sistema carcerario toscano – conclude Lazzeri – è un buon inizio, ma in assenza di un organismo di vigilanza con poteri sanzionatori rischia di restare una lettera dei desideri».