di Gianni Rossi Verrà inaugurato sabato 18 aprile (ore 10) «Opera 22», il ristorante didattico della Fondazione Santa Rita. La cucina di via Pomeria 64, nella bella villetta dove un tempo avevano sede la Cisl, prima, e le Acli, poi, avrà già iniziato a funzionare da qualche giorno. I ragazzi e gli operatori, ormai già rodati, si eserciteranno per le ultime prove. Poi, di lì a qualche settimana, il ristorante aprirà ufficialmente i battenti al pubblico. Si corona così un progetto accarezzato per lungo tempo dalla dirigenza dell’Opera diocesana per i minori. Nelle luminose sale, poste su due piani, come d’estate nell’ampio giardino sotto le mura cittadine, gli avventori potranno trovare una cucina di classe (la cena preparata per la presentazione del progetto, avvenuta a luglio, lasciò tutti gli invitati sorpresi per la grande qualità e cura), che nasce dall’esperienza e dalla grande passione di Simone Bartolozzi e Diana Marcantuono, i due coniugi già operatori della Santa Rita, maître e sommelier il primo, chef la seconda, che coordinano il ristorante. Sotto la loro tutela operano alcuni ragazzi ospiti delle case famiglie, avviati in questo modo ad una professione che può dare loro opportunità e soddisfazioni. Ecco perché il ristorante si qualifica come «didattico». «Avremmo potuto – spiega il presidente della Fondazione, Roberto Macrì – scegliere di aprire una semplice pizzeria o un ristorante di livello ordinario. Abbiamo invece optato per una scelta diversa, convinti così di offrire ai nostri ragazzi, che si apprestano a lasciare le case-famiglia per entrare definitivamente nella società e nel mercato del lavoro, delle opportunità professionali importanti e molto appetibili». Del resto i nostri abbonati che partecipano agli incontri mensile de «I thè di Toscana Oggi» hanno avuto modo di saggiare già la bravura di questi ragazzi e la qualità dei dolci preparati dal loro staff: è infatti «Opera 22» a fornire il catering per la nostra fortunata iniziativa culturale. Il ristorante sarà aperto sette giorni su sette a cena; a pranzo potrà lavorare per gruppi prenotati. La novità assoluta, che poi è la sfida più grande del ristorante, riguarda il lunedì. La serata del primo giorno della settimana, infatti, sarà gestita dai ragazzi autistici, sempre seguiti dalla Fondazione: «Sono già in grado di gestire tre differenti menu – spiega Macrì – e su di loro riponiamo molte speranze. Seguiranno tutto, dalla cucina al servizio». Intanto in via Pomeria fervono gli ultimi preparativi. I tavoli e le sedie sono già arrivati. La cucina – probabilmente la più avanzata tecnologicamente tra tutti i ristoranti di Prato – è già pronta. Un po’ più indietro, nella sistemazione, è il giardino. Uno spazio davvero suggestivo, tra le mura e il bastione cinquecentesco, recuperato alla città. Di particolare impatto la facciata retrostante della villetta, quella appunto prospiciente il giardino, tutta rivestita di legno.