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ONU-PALESTINA: PIZZABALLA (CUSTODE), NON SI PUÒ PRESCINDERE DAL DIALOGO

“La soluzione dei due Stati, già ribadita in svariate occasioni, è quella giusta. Ma quale che sia l’epilogo di questo processo, è chiaro che non ci potrà essere nessuna conclusione se israeliani e palestinesi non si metteranno seduti intorno ad un tavolo a discutere, cosa che da tempo ormai non fanno”. Per padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, la prossima richiesta palestinese alle Nazioni Unite, di vedersi riconosciuto il proprio Stato, non può prescindere dal dialogo “senza del quale le cose possono solo esasperarsi, cosa che non ci auguriamo. La speranza – dichiara al SIR il Custode – è che non ci siamo gruppi, movimenti, associazioni o singoli elementi che approfittino della situazione in chiave violenta. Su questo punto, sono abbastanza fiducioso perché vedo la popolazione stanca ed esausta di ogni forma di violenza. Non credo ad una Terza Intifada”. “Nei Territori – aggiunge padre Pizzaballa – c’è un clima di attesa mista a curiosità per questa richiesta che farà il 23 settembre lo stesso presidente Abu Mazen in assemblea Onu sul cui esito favorevole non sembrano esserci dubbi” anche se solo nella veste di ‘osservatore permanente’ come Stato non membro. “Attesa ma anche realismo – sottolinea il Custode – perché tutti sanno che senza dialogo e negoziato a due non si va da nessuna parte. Questo riconoscimento potrebbe essere un’ulteriore pressione per riavvicinare le due parti, ma non mi farei troppe illusioni”. Lo scorso 11 settembre i capi cristiani delle chiese di Gerusalemme hanno diffuso una dichiarazione congiunta (vedi SIR Quotidiano del 13 settembre) in cui, senza entrare nel merito della richiesta di riconoscimento, ribadiscono la necessità di due Stati per i due popoli e l’urgenza di negoziati. Un sondaggio condotto in questi giorni, su un campione di 1200 palestinesi della Cisgiordania e Gaza, dal Centro palestinese della ricerca politica (Pcpsr) diretto da Khalil Shikaki, rivela che l’83% dei palestinesi giudica giusta la decisione del presidente Abu Mazen di ricorrere all’Onu per esigere la piena adesione dello Stato della Palestina. Tuttavia il 78% crede che Israele, in risposta, congelerà il versamento dei dazi doganali dovuti all’Anp, aumenterà i check points e gli insediamenti. Il 64% teme che gli Usa bloccheranno gli aiuti economici. Solo il 35% degli intervistati sostiene il ricorso alla lotta armata. In caso di nuove elezioni, Abu Mazen otterrebbe il 59% dei consensi mentre Hamas solo il 34%. (Sir)