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Onu, «no» ad ogni forma di clonazione
È notevole che la dichiarazione proibisca «tutte le forme di clonazione umana». Non solo quella riproduttiva ma anche quella terapeutica. La prima mira a replicare la vita di un individuo per il desiderio eccentrico e bizzarro di avere un suo clone o con l’intento selettivo, e perciò eugenistico, di fissarne e perpetuarne i tratti e i caratteri. La seconda, invece, è la clonazione a scopo di ricerca, intesa a duplicare un individuo umano e consentirne lo sviluppo fino a un certo punto della fase embrionale o fetale, senza farlo nascere; al solo fine di sperimentazione o di prelievo delle cellule staminali da usare per fini curativi.
La clonazione, in ogni sua forma e finalità, è proibita dalla dichiarazione per una duplice e radicale motivazione. Prima di tutto, perché «incompatibile con la dignità umana». Essa, infatti, è una grave offesa all’autonomia, all’unicità e all’irripetibilità biogenetica di ogni persona umana, la quale dev’essere voluta nella sua individualità e non come duplicato di qualcuno. Il clonato non viene al mondo come figlio, ma come fratello o sorella del clonante. Con la clonazione sono pervertite le relazioni fondamentali della persona umana: la filiazione, la consanguineità, la parentela, la genitorialità. Riproduzione asessuale e agamica, la clonazione disconosce il diritto di ogni individuo umano a nascere dall’unione sessuale di un uomo e una donna e dall’apporto congiunto dei loro gameti, a nascere insomma in modo rispondente alla verità del generare umano. È altresì disconosciuto il diritto a un’identità e a un’età biologica propria, che il clonato prende invece dal clonante.
Quanto alla clonazione terapeutica, poi, essa è praticata non per la vita del clonato, ma per curare altri. Il che smentisce il principio morale fondamentale di non trattare mai un essere umano come un oggetto e un mezzo, ma sempre e solo come un soggetto e un fine. Nella clonazione terapeutica una vita umana non è riconosciuta e apprezzata per se stessa, ma per qualcos’altro. Essa vale in quanto serve. Il che è inumano, espressione del peggiore utilitarismo: non si può clonare un individuo umano, predarlo delle sue cellule, organi o tessuti e abbandonarlo alla morte.