Solo un approccio integrato basato sul pieno rispetto del diritto alla libertà religiosa può essere la risposta per fronteggiare il vecchio e nuovo fenomeno della discriminazione sulla base delle convinzioni religiose. Lo ha dichiarato l’Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, mons. Silvano Tomasi, nel corso della XII Sessione ordinaria del Consiglio dei diritti dell’uomo svoltasi il 30 settembre scorso a Ginevra. Nel suo intervento, reso noto oggi dalla Sala Stampa vaticana, mons. Tomasi si è detto convinto che davanti alle crescenti manifestazioni di intolleranza religiosa che stanno minando i diritti di tutte le persone discriminando le minoranze religiose è necessaria una soluzione concertata. Il consenso creato intorno alla Durban Review Conference ha spiegato rappresenta un giusto equilibrio tra l’importanza della libertà di espressione e il bisogno di reprimere i discorsi di incitamento all’odio. In questo ambito le leggi non sono sufficienti.Per il rappresentante vaticano è richiesto un nuovo sguardo che tenga in considerazione il pluralismo crescente in molte società e l’interconnessione di un mondo globalizzato. La tecnologia, e in particolare i mezzi di comunicazione sociale possono dare un contributo ad una maggiore consapevolezza della dignità e dei diritti umani. I media possono essere usati per costruire la comunità umana ma anche per danneggiare il bene integrale della persona. I media ha sottolineato Tomasi spesso ignorano o marginalizzano pratiche, idee, esperienze e dottrine religiose, la religione è giudicata con standard secolari. D’altro canto ha riconosciuto il diplomatico vaticano la religione può giudicare negativamente la comunicazione dei media ed incoraggiare un esclusivismo religioso che fomenta ostilità verso altri. Da qui la convinzione che la libertà di espressione non è solo un diritto ma un dovere che deve essere rafforzato. I media devono restare al servizio della persona.Sir