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ONU, DISCORSO DI COMMIATO DI ANNAN: CINQUE «LEZIONI» E RICHIAMI AGLI USA

Le “cinque lezioni” apprese nei dieci anni trascorsi alla guida del Palazzo di vetro e un’esortazione agli Stati Uniti a rimanere fedeli ai “propri ideali e obiettivi” nel segno della difesa dei diritti umani e del multilateralismo: questi i punti salienti del discorso di commiato alla comunità internazionale, e al popolo statunitense in particolare, del segretario generale dell’Onu Kofi Annan a cui alla fine del mese succederà il sudocreano Ban Ki-Moon. Non a caso Annan ha scelto il ‘Museo e Biblioteca presidenziale Harry S. Truman’ a Indipendence nel Missouri per congedarsi dal popolo statunitense: il 33° presidente degli Stati Uniti, in carica tra il 1945 e il 1953 fu “il capomastro e il leale sostenitore” dell’Onu, nonché strenuo propugnatore del multilateralismo.

“I diritti umani e i principi di legalità sono vitali per la sicurezza globale e la prosperità. Come disse Truman, ‘dobbiamo, una volta e per sempre, dimostrare definitivamente con le nostre azioni che il diritto ha potere’. Perciò questo paese è stato storicamente all’avanguardia nel movimento globale di difesa dei diritti umani” ha ricordato Annan, aggiungendo che però “questo primato può essere mantenuto solo se l’America rimane fedele a questi principi, anche nella lotta al terrorismo. Se invece sembra abbandonare i propri ideali e obiettivi, è naturale che i loro amici all’estero restino preoccupati e confusi”.

Annan ha poi ricordato a Washington che “nessun paese può legittimarsi da solo agli occhi degli altri. Quando la potenza, specialmente la forza militare, viene utilizzata, il mondo la considererà legittima solo se si convincerò che viene usata per giusti scopi, per propositi condivisi largamente, in accordo con le norme accettate generalmente”.

Annan non solo ha ricordato uno stralcio del messaggio di Truman del 25 aprile del 1945 all’apertura della conferenza di fondazione dell’Onu di San Francisco, ma ne ha richiamato l’esempio per corroborare anche le sue “cinque lezioni” dove gli osservatori internazionali hanno colto velati riferimenti alla guerra in Iraq e agli abusi commessi nelle prigioni statunitensi di Abu Ghraib e Guantanamo: “Ognuno di noi è responsabile della sicurezza altrui”, “possiamo e dobbiamo dare a ognuno la possibilità di beneficiare del benessere globale”, “sicurezza e benessere dipendono dal rispetto dei diritti umani e dei principi di legalità”, “gli Stati devono essere responsabili delle loro azioni nell’arena internazionale come in quella nazionale” e infine “possiamo realizzare tutte queste cose solo lavorando insieme attraverso un sistema multilaterale e usando nel miglior modo possibile l’unico strumento lasciatoci in eredità da Harry Truman e dai suoi contemporanei: le Nazioni Unite”.

Per far sì che “il Consiglio di sicurezza non sia un mero palcoscenico su cui promuovere gli interessi nazionali”, Annan ha infine ribadito la necessità che vengano aggiunti nuovi membri su base permanente o a lungo termine “per dare una maggiore rappresentatività alle parti del mondo che oggi hanno voce limitata” e che tutti i membri del Consiglio “accettino la speciale responsabilità che accompagna il loro privilegio”.Misna