Cultura & Società
Omonimi: a colloquio con i «doppioni»
Non stiamo dando i numeri. Quelli, anzi, li abbiamo rintracciati sugli elenchi telefonici della Toscana. La verità è che il Torquato Tasso di cui sopra, è un omonimo «illustre», un signore vivo e vegeto che abita a Firenze. Certo non deve essere stato facile convivere con un nome così altisonante ma lui, dall’alto dei suoi 87 anni, ormai non ci fa più caso. «Era il primo bambino ci racconta la moglie e i genitori vollero mettergli il nome di un illustre predecessore perché gli portasse fortuna».
Vittorio Alfieri, 72 anni, di Grosseto, porta per caso il nome del grande poeta. «La madre di mio padre si chiamava Vittoria e devo a lei un nome così ingombrante. Eh sì, perché come ci spiega il signor Vittorio il dramma cominciò a scuola. «In terza elementare racconta cercando di facilitarmi, mi chiesero di parlare dell’Alfieri e io non sapevo neppure chi fosse. Poi, a tutti gli esami, ogni volta è tornato fuori l’Alfieri, quello vero. E pensare che non è mai stato la mia passione…».
Anche il settantasettenne Vincenzo Bellini, di Lastra a Signa, porta il nome di battesimo che fu di suo nonno che, guarda caso, aveva la musica nel sangue. Allo stesso modo, il livornese Antonio Vivaldi, 67 primavere da celebrare magari al suono di quella, celeberrima, del suo illustre omonimo, deve la sua identità alla madre, appassionata di musica classica. E, siccome buon sangue non mente, anche lui suona l’organo per diletto. Non solo: ha perfino i capelli rossi come il Vivaldi originale. Peccato che non sia un prete….
Nel caso di Claudia Cardinale, quarantenne residente a Firenze, la scelta del nome è venuta naturale. «All’omonomia spiega i miei hanno pensato dopo. Non ho trovato né vantaggi né svantaggi, a parte qualche episodio buffo. Da bambina abitavo vicino a Roma e in occasione del mio secondo compleanno tre postini sono arrivati a casa mia con tre telegrammi, convinti di andare a casa di… Claudia Cardinale. E quando sono entrati e hanno chiesto di me alla mamma nella speranza di… incontrarla, io mi sono messa a piangere e loro, vedendomi, hanno capito la gaffe…».
Anna Magnani, quarantacinquenne di Marina di Carrara, è riportata con questo nome sull’elenco telefonico, ma in realtà si chiama Anna Rita. «Sì spiega perché la prima santa è la protettrice delle partorienti e della seconda era devota la mia mamma. Credeva di non poter avere figli e quando sono nata mi ha chiamato Anna Rita. Infine Valeria Marini, trentatreenne di Cecina, non fa la… bambolona svampita ma l’infermiera. La figlia conferma che la scelta del nome, naturalmente, è casuale, vista l’età non distante da quella della biondissima attrice. «Al nonno Nico ci spiega piacevano i nomi Valerio e Valeria e in questo modo ha chiamato i suoi figli. E poi la mamma è mora…». Meglio così. In certi casi, qualsiasi cosa ne pensi Cecchi Gori, è bene distinguersi….
Fra i cognomi il più diffuso è Rossi, seguito da Russo e Ferrari. Il più lungo è altoatesino: Tscurtschenthaler. I più corti sono Bo, Pe, Po, Re, Wu, Hu. In Italia si trova proprio di tutto. Ben 3.485 famiglie si chiamano infatti Grilli ed esistono 457 ParlantiGatti e 5.055 VolpiPinocchi sono 23. Ai 4.987 Belli si contrappongono 657 BruttiGuerra rispondono 7.502 Pace. Ci sono 1.384 Sette, 137 Zero e 1.294 CinqueConti e 4.384 Re. I Poverini sono 26, ma facciamo il tifo per loro.
Ed a questo proposito, contro 813 Verdi i Rosa sono ben 6.595. Infine, una conferma del «Nemo propheta in patria»: i Pulcinella sono 62, ma non stanno a Napoli. Forse ce ne eravamo accorti.