Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Olocausto, gli studenti «incontrano» l’ingiustizia.

La proiezione del film «La rosa bianca» di Marc Rothemund, nella sala del Convitto Inpdap, seguita dalla relazione di Paolo Terenzi, dell’università di Bologna, su «L’olocausto e la banalità del male», ha caratterizzato la celebrazione della Giornata della memoria a Sansepolcro. Destinatari, gli studenti delle quinte delle scuole superiori che hanno potuto seguire la storia di un gruppo di amici «liberi» nell’animo e nella mente, vittime di una ideologia totalizzante che non ammetteva autonomia di pensiero, tanto meno di azione; vittime anche di un male che, per quanto «banale», non è per questo meno comprensibile. Si è trattato per gli studenti di un incontro con l’ingiustizia e con la sofferenza. Il dolore è sempre un male, ma i dolori inevitabili che ci sono destinati hanno paradossalmente la loro spiegazione proprio nella necessità cui nessuno può sfuggire. È l’esperienza quotidiana di tutti. Quello di cui si parla però è un male «storico», generato dal seno delle situazioni, e tuttavia non destinato e non tale che l’uomo libero non possa opporvisi. Il messaggio ai giovani era tutto in questo richiamo ad amare tanto la propria libertà da non permettere alle sirene dell’uniformità di soffocarla. Non ci sono luoghi o discorsi deputati a questa crescita: solo l’onestà intellettuale e il confronto nell’amicizia – altra parola chiave. Gli esiti non dipendono sempre dalle nostre forze. La memoria però non può ridursi a rievocazione rituale perché è memoria vera solo se diventa elemento attivo.Giuliana Maggini