Lettere in redazione
Oliviero Diliberto e la t-shirt anti-Fornero
Ci sono limiti che non dovrebbero essere oltrepassati, ma il leader del Pdci Oliviero Diliberto ritengo li abbia superati con la maglietta con slogan contenente auguri di morte per un ministro. Un uomo politico ha delle responsabilità a cui non può mai venire meno.
La maglietta con la scritta che auspicava il «cimitero» per il ministro del lavoro e delle politiche sociali era sfoggiata da una signora che si è poi fatta fotografare accanto a Diliberto. Ammettiamo che quest’ultimo non l’abbia notata (anche se è poco verosimile) o che comunque sul momento non l’abbia giudicata offensiva. È però inaccettabile che nei giorni successivi non solo non si sia scusato per la disattenzione, ma abbia al contrario giustificato quell’inquietante messaggio, arrivando a pretendere lui le scuse del ministro.
Su questo episodio fa riflettere quanto dichiarato dalla signora in un’intervista a Fabrizio Roncone per il «Corriere della Sera». Paola, 57 anni, pensionata, è tutt’altro che un’estremista. Anzi, dichiara di aver pure votato per Berlusconi in passato. Era lì in piazza a protestare perché con gli ultimi provvedimenti del governo, suo marito, un bancario di 61 anni, con 37 di contributi, dovrà rimandare di 5 o 6 anni la pensione. Adesso, di fronte al putiferio che ha causato, dice di essersi chiusa in casa a piangere. Avrebbe anche inviato tre email di scuse alla Fornero. A Roncone confessa di aver indossato quella t-shirt perché è «una stupida». «Pensavo di essere ironica», prosegue, e «mi sono fatta suggestionare da tutti i discorsi che leggo su Facebook, su internet: questa Fornero così ci ammazza, ci manda tutti al cimitero perciò, in vista del sit-in di martedì pomeriggio, ho pensato di farmi stampare quella maglietta con quella scritta Una cretina, me lo dico da sola».
Claudio Turrini