Vita Chiesa

Olimpiadi, un momento di emozione vera

DI DON FRANCESCO SENSINIOlimpiadi e «par condicio». Sono queste due realtà nelle quali, che lo voglia o no, mi trovo inserito. E la mia vita ne è in certo senso condizionata. Olimpiadi. Anche se invernali non vanno sottovalutate o snobbate. È vero, ci sono discipline che ancora non conosco bene, che mi appaiono lontane e a volte anche «curiose». Ma il mio senso di appartenenza alla nazione che le organizza e che le ospita deve necessariamente manifestarsi in parole di approvazione e in gesti di condivisione e corresponsabilità.La cerimonia di apertura ne è stata il segno più eloquente. Bandiere, colori, inni, luci, fuoco: tutti ingredienti di una storia che vuole gli uomini uniti, concordi e se pur competitivi, in armonia e in pace. Sto esagerando? Dimentico gli interessi economici che inevitabilmente ci sono? Sono solo un illuso?

La commozione che ho provato era vera e sincera. Come vera e sincera era la disapprovazione verso chi voleva piegare un valore universale a interessi politici di parte. Aver visto sfilare una sola bandiera per due popoli è stata poi una cosa commovente e direi profetica. Si racconta nel libro degli Atti degli apostoli che nel giorno di pentecoste tutti gli uomini, pur rimanendo della propria nazionalità, hanno ascoltato e parlato un unico linguaggio quasi riuniti sotto una sola bandiera. Tifo per l’ Italia, ma più per gli uomini e le donne che per le loro medaglie.

Par condicio: altro clima, altra realtà in cui sono costretto a vivere. Alcune sere fa un conduttore televisivo ha bloccato un suo ospite, prima che questi potesse esprimere un parere che aveva il sapore e il sospetto di politica: «No! mi dispiace – ha detto – ma siamo nella par condicio!». Che strano, ho pensato, con questo dogma della par condicio non si può più parlare di politica. E siccome tutto oggi è infettato e contaminato dalla politica, il risultato è che alla fine non si può più parlare di niente.Se la par condicio è la condizione che garantisce obiettività, serenità di giudizio, ascolto senza pregiudizi e dialogo costruttivo non capisco perché debba valere solo per alcuni mesi e non per tutto l’anno. Serve forse perché nessuno cambi idea, rifletta con più libertà e veda le cose con più chiarezza? Facciamola applicare agli elettori e non alla reti TV, che trovano sempre la strategia «democratica» per rimanere nelle proprie posizioni e candidare i propri uomini.Io elettore di sinistra, nella par condicio, devo sentirmi obbligato ad ascoltare senza pregiudizi l’elettore di destra; io elettore del centro devo sentirmi spinto, nella par condicio, a dialogare per scoprire la ricchezza dell’ elettore di sinistra e di destra; io elettore di destra, nella par condicio, devo accettare con serenità la collaborazione costruttiva dell’elettore di sinistra.Ho già infranto la par condicio? Chiedo scusa.

Lo Speciale sulle Olimpiadi invernali Torino 2006