«Una messa per Prato», una celebrazione mensile in cattedrale per «far risuonare in opere e parole il Vangelo». E anche una mobilitazione cittadina per eliminare tutte le forme di schiavitù, «anche quelle presenti tra noi» e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei cristiani perseguitati nel mondo.Sono le due iniziative che il vescovo Franco Agostinelli ha lanciato nel giorno di Santo Stefano, patrono della città e della diocesi di Prato. La mattina del 26 dicembre, in duomo, si è svolto il solenne pontificale concelebrato da più di cinquanta sacerdoti diocesani. Presente anche il vescovo emerito, Gastone Simoni, salutato con affetto dal successore mons. Agostinelli. Hanno partecipato alla messa le autorità cittadine, per il Comune c’era il sindaco Matteo Biffoni, al suo primo pontificale per la festa del patrono. In prima fila anche Antonello Giacomelli, sottosegretario del Governo Renzi. Forte la partecipazione dei fedeli, che hanno affollato una cattedrale piena di gente, sia tra le panche che nelle navate laterali.La «pratesità» e la Chiesa in prima lineaNella sua omelia monsignor Agostinelli ha insistito molto sulla «pratesità», le sue riflessioni hanno avuto come riferimento costante la città e i suoi problemi. «Non vi sorprenda questa mia “insistenza” – ha detto – che non ha nulla di campanilismo o di chiusura, ma che invece vorrebbe avere il sapore dell’incarnazione nel “qui e ora” che la Provvidenza ci assegna nella missione ecclesiale».Il Vescovo ha affermato che la Chiesa pratese «è in prima linea, in trincea costante di fronte alle sfide, alle crisi, ai fallimenti e alle delusioni amarissime che invadono singole persone, famiglie e comunità». Nel ricordare la situazione che sta vivendo la città e il suo distretto, mons. Agostinelli ha però precisato il suo ruolo e quello della diocesi: «Noi non abbiamo soluzioni tecniche al problema del lavoro, della casa, della integrazione, dei giovani e neanche delle priorità da dare nelle decisioni amministrative e politiche». Mons. Agostinelli ha sottolineato come la Chiesa invece debba essere «esperta in umanità», con «il ritmo salutare della prossimità»; «essa tende a ricordare i valori ispirativi, a spingere ciascuno ad assumersi la propria responsabilità perché la persona, soprattutto se vive nella precarietà, e la famiglia possano essere riconosciute nella propria dignità».Una mobilitazione contro le persecuzioniIl Presule ha annunciato l’idea di farsi promotore di una mobilitazione, in accordo con le istituzioni cittadine, per sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi a favore dei cristiani perseguitati nel mondo, «nostri fratelli e sorelle in umanità e nella fede, impediti di essere se stessi, di esprimere il proprio credo, minacciati di continuo e spesso eliminati brutalmente».Ma non solo, questa iniziativa, ancora da studiare, intende porre l’attenzione sul dramma della schiavitù, in tutte le sue forme, anche quelle lavorative. La mobilitazione vuol essere il più corale possibile, aperta anche a «tutti gli uomini e le donne di fede musulmana presenti tra noi, vorremmo che facessero sentire il loro dissenso chiaro – ha detto il Vescovo – di fronte alla pretesa di eliminare in nome di Dio i figli di Dio». La data sarà il prossimo 23 gennaio. Orario, luogo e svolgimento sono in corso di definizione.Tutti i mesi preghiamo per la cittàTornando a Prato e ai suoi problemi, in primis quello del lavoro, mons. Agostinelli ha affermato che la Chiesa intende essere «sostegno di quanti operano per il bene vero della città, eco e megafono delle attese e delle speranze dei pratesi, denuncia dei mali e delle storture che ci affliggono». Per questo motivo, ogni mese, nella cattedrale, il Vescovo presiederà una «Messa per Prato», perché, ha spiegato, «solo autentici testimoni della speranza che ci fa vivere, quella che viene da Cristo, possono diventare segni della presenza attiva del Signore in mezzo agli uomini e alle donne della nostra società pratese ormai da tempo multicolore, multietnica, multireligiosa e multiculturale». Già definite le date delle celebrazioni. Si comincia sabato 24 gennaio con inizio alle 18. Le intenzioni saranno per la pace, la concordia e la liberazione da ogni schiavitù. Le altre, sempre di sabato, sono in programma il 21 febbraio (per la famiglia e la sua identità umana e cristiana), il 21 marzo (per il lavoro), il 18 aprile (per i giovani e l’educazione) e infine il 23 maggio, in occasione della veglia di Pentecoste, sul tema del Convegno ecclesiale di Firenze: il cristianesimo per un nuovo umanesimo.L’annuncio dello «Stefanino» 2014-2015Al termine del pontificale mons. Agostinelli, a nome di Diocesi, Comune, Provincia, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio, ha proclamato i vincitori della quinta edizione del Premio Santo Stefano. L’edizione 2014-2015 è andata a Lanificio dell’Olivo, Accoppiatura pratese e Tricobiotos, che si sono aggiudicate il riconoscimento che va a quelle aziende virtuose del distretto che si sono distinte per la salvaguardia e l’incremento dei posti di lavoro e per l’innovazione, nel rispetto rigoroso dell’etica d’impresa e della legge.«Vogliamo sottolineare come anche quest’anno – ha detto monsignor Agostinelli – il Comitato promotore abbia avuto non poche difficoltà a scegliere soltanto tre nominativi tra le tante segnalazioni arrivate, segno della vitalità del nostro distretto in un momento non certo facile come quello che stiamo vivendo». I titolari delle aziende vincitrici sono stati avvertiti dalla segreteria del Comitato subito dopo l’annuncio del Vescovo.Il conferimento del premio avverrà sabato 7 febbraio nell’ambito di una cerimonia pubblica che, come lo scorso anno, si terrà nell’auditorium della nuova sede della Camera di Commercio. In questa occasione verranno anche rese pubbliche le motivazioni che hanno portato il Comitato promotore a premiare queste tre aziende.La realizzazione dei premi è stata affidata all’artista pratese Gabriella Furlani, già autrice in due edizioni. Anche questa volta si tratta di vere e proprie opere d’arte, pezzi unici in pietra, bronzo e plexiglas, dove campeggia la scritta: «coscienza, conoscenza e innovazione», le tre parole che rappresentano il motto dello «Stefanino».