Prato

Ogni giorno in cammino per la sua Giuliana

Ogni giorno si alza all’alba e cammina piano piano per un’ora e mezza fino alla casa di riposo che da sei anni ospita la moglie. Ennio Ballerini vive al Soccorso e mentre la città si sveglia è già in viaggio appoggiato al suo deambulatore, «il mio carrettino», come lo chiama, e percorre poco meno di due chilometri per arrivare al Pio Istituto Santa Caterina de’ Ricci in via San Vincenzo. Lì si trova Giuliana, la donna che ha sposato cinquantacinque anni fa e che ama come quando erano giovani fidanzati.

Lui ha 80 anni, lei 77 e purtroppo dopo un ictus, la donna vive in stato vegetativo, viene nutrita con un sondino e da tre anni ha perso completamente l’uso della parola. «Ma capisce tutto sa? Lo percepisco dai suoi occhi: mi osservano quando le parlo e lei, a suo modo, mi fa capire di aver compreso i miei saluti, i miei racconti, i complimenti che le faccio», racconta Ennio. La sua è una storia di fedeltà, di amore e di un impegno quotidiano portato avanti nonostante le notevoli difficoltà a camminare. Chiunque percorra al mattino presto oppure nel tardo pomeriggio via Roma e poi via Santa Trinita, piazza del Collegio e corso Savonarola fino a San Domenico, può imbattersi in un uomo anziano, piccolo di statura, curvo sul suo «carrettino», che cammina a passo lento ma deciso, senza fermarsi. Arriva sempre un po’ prima delle 9, l’orario di apertura della struttura al pubblico, così si appoggia al deambulatore e si riposa in attesa di poter entrare. E lo fa tutti i santi giorni, estate e inverno, col sole e con il freddo. E se piove? «Prendo un taxi», dice Ennio stringendo le spalle, come a dire: devo andare, non posso fare altrimenti. Ammette di essere solo a casa, non ha figli – quando era giovane Giuliana rimase incinta, ma non riuscì a portare a termine la gravidanza – e così giustifica la sua quotidiana presenza al Pio Istituto con: «Siamo rimasti io e lei, non ho nessun altro, dove vuole che vada?». Si capisce benissimo che la scelta non è automatica o tantomeno forzata, piuttosto è dettata dal grande legame che esiste e resiste tra i due.

Ennio non potrebbe nemmeno stare tutto il giorno con Giuliana, il regolamento interno lo vieterebbe, ma la dirigenza del Santa Caterina, gestito dalla cooperativa Sarah, ha deciso di fare una concessione e permettere ai due di trascorrere la giornata assieme, come quando erano nella loro casa di via Roma. Al suo arrivo, Ennio va alla messa, celebrata ogni giorno nell’istituto, poi sale in camera dalla moglie e se sta bene la porta a fare un giro in carrozzina per i reparti della casa di riposo. Qualche volta ci sono delle animazioni per gli ospiti oppure la visione di un film, vi partecipano insieme e poi ci si prepara per il pranzo. «Qui mi danno sempre qualcosa, sono gentili», dice ancora, e dopo aver mangiato rimane con lei fino alle 17, orario di fine visita. Nel frattempo Giuliana è stata sistemata nel letto e ci rimarrà fino alla mattina seguente. Ennio la saluta, riprende «il carrettino» e si incammina con il passo lento verso casa, in attesa di poter tornare da lei.

Prima di andare in pensione Ennio ha fatto l’elettricista per il Vannuci, in piazza Duomo. Poi negli anni ’70 lavorava all’impianto elettrico del nuovo istituto Buzzi in viale della Repubblica e il Preside di allora gli fece una proposta inaspettata: «Perché non rimani qui a insegnare elettrotecnica?». E così, per 17 anni, è stato il professor Ballerini, docente per generazioni di studenti. «Tra i miei allievi ho avuto anche Francesco Nuti, faceva il diavolo a quattro! – dice sorridendo – capita ancora che qualcuno mi fermi per strada perché mi riconosce come il suo vecchio insegnante, sono cose che fanno piacere». Giuliana invece, che di cognome fa Giaconi, ha lavorato per tanti anni in una orditura, «come tanti pratesi», sottolinea il marito. Ennio lo dice chiaramente: «La sua è una vita degna e io finché posso le starò accanto».