Lettere in redazione
Ogni giorno da Lucca a Firenze, le disavventure di un pendolare
Sono (mio malgrado) un pendolare fruitore della linea ferroviaria Viareggio-Firenze. Ogni mattina prendo il treno delle 7:31 da Lucca per raggiungere Firenze Rifredi, nelle cui vicinanze lavoro. La tratta inversa la percorro utilizzando alternativamente il treno delle 18:15 o quello delle 19:15 (da Rifredi, ovviamente). Trenitalia informa che il treno dovrebbe (!) raggiungere la stazione di Rifredi alle 8:45 all’andata, mentre quella di Lucca alle 19:31 (20:31) la sera. Sono amareggiato ed offeso per lo schifoso trattamento che ogni mattina Trenitalia riserva a noi pendolari e viaggiatori occasionali: ogni mese spendo 71,50 euro per un servizio che si avvicina molto di più a quello di un Paese del terzo mondo, piuttosto che a quello di una tanto decantata nazione occidentale.
Andiamo con ordine. I ritardi: ogni treno viaggia mediamente con un ritardo di 15 minuti. In ufficio ormai sono costretto ad entrare con ritardo costante, costringendomi quindi a dover uscire più tardi dallo stesso. Prendendo, come detto, il treno 3029 delle 7 e 31 da Lucca, sono arrivato a Firenze anche alle 10 e 30. La situazione è ancora peggiore al ritorno: prendendo il treno delle 18 e 15 da Rifredi, è spesso capitato che sono arrivato a Lucca alle 20-20:15 ed oltre.
I disagi della linea. La tratta da Pistoia a Viareggio è con un solo binario; ciò implica ovviamente la necessità di aspettare in stazioni intermedie le coincidenze provenienti dalla parte opposta per evitare di trovarsi faccia a faccia col regionale che va nella direzione contraria. Talvolta mi è capitato di attendere anche 35 minuti in un punto imprecisato tra Lucca ed Altopascio. Altra peculiarità è la costante manomissione/inefficienza dovuta all’incuria ed alla scarsissima manutenzione dei passaggi a livello: quasi sempre tra Pistoia e Lucca si viaggia a passo d’uomo perché questo o quel passaggio a livello è rimasto aperto.
I disagi dei mezzi. Le carrozze sono delle latrine: sporcizia, sudiciume, incuria, puzzo. Non ho mai trovato profumati i vagoni che uso, sia al mattino che alla sera; le poltrone hanno cambiato colore, passando da sfumature grigio scuro a toni forti ed accesi sul marrone: quadri cromatici davvero interessanti; i vetri sono praticamente oscurati che, non essendo il pendolare-medio una persona «scomoda» per la comunità, sono palesemente inutili; i bagni (?!) sono sempre lasciati aperti (serrature ovviamente a pezzi) e di conseguenza avvolgono di fetore tutta la carrozza. Ogni convoglio ha, in media, 2 porte non funzionanti: ciò implica ressa e calca al momento della discesa. In caso di forti ritardi o di lunghe attese in mezzo al nulla (quand’è buio non è piacevole), la comunicazione tra personale Trenitalia e viaggiatori è nulla: nessuno che sappia darci (o voglia darci) informazioni su ciò che accade intorno a noi in quei momenti.
La soppressione dei treni è gestita davvero con maestria: in ben 3 occasioni mi è capitato di ascoltare la cancellazione di un treno, la conseguente salita su di un altro ed il successivo avviso che informava del ripristino del treno precedentemente cancellato…
Dal prossimo mese userò sicuramente il trasporto su gomma, che mi consente di arrivare in ufficio sempre alle 9.
Capisco bene la sua arrabbiatura e il senso della sua «minaccia» finale. Ma non credo che venire a Firenze in auto sarebbe una soluzione. Se lei ascolta «Viaggiare informati» sentirà ripetere ogni mattina il solito ritornello: due km di coda sulla Firenze-Mare all’ingresso di Firenze per «mancato assorbimento» del traffico. Per non parlare dei frequenti incidenti e degli altri abituali rallentamenti. Per un pendolare come lei non esiste un’alternativa al treno. E dico di più: non dovrebbe proprio esistere. Ma su ritardi, degrado, sporcizia, mancanza di comunicazione che subisce chi usa il treno da pendolare ha ragione da vendere.
La Regione continua a ripetere di puntare decisamente sulla «cura del ferro» e ad investire somme ingenti per il trasporto ferroviario. Ma quella linea Firenze-Lucca è in condizioni peggiori di 50 anni fa. Così come la Siena-Firenze. E le lamentele dei pendolari sono diffuse un po’ in tutta la regione. Evidente che bisogna cambiare marcia. La Regione ha firmato proprio nei giorni scorsi con Trenitalia il nuovo contratto di servizio dal 2009 al 2014 con un costo annuo di 238 milioni di euro per il 2009, cifra che verrà adeguata di anno in anno secondo il tasso d’inflazione.
Il contratto si legge nel comunicato della Regione è orientato ad «un progressivo miglioramento del servizio offerto ed alla tutela del viaggiatore» e a questo scopo verranno fissati «una serie di indicatori della qualità relativi a puntualità, affidabilità, pulizia, affollamento, comfort e informazioni ai quali saranno associati i valori di riferimento per l’applicazione delle penali e dei premi, nel caso i risultati siano peggiori o migliori dei valori prefissati». Speriamo che qualcosa si muova.