Toscana

«O paghi di più o scendi». Caos nei trasporti pubblici

di Ennio Cicali

Dura la vita dei pendolari,  sia in treno, sia in autobus o auto propria. I tagli imposti dalla manovra economica inducono gli enti locali a misure drastiche. La Regione, senza certezza di risorse per i servizi, visti i pesanti tagli previsti dall’ultima finanziaria varata dal governo,  ha sospeso per tutto il 2010  le gare in corso per il trasporto pubblico. Alla Toscana mancheranno 200 i milioni, il 40% dei 500 che sono normalmente  trasferiti dallo Stato alla Regione per la mobilità.

Lo ha annunciato l’assessore ai trasporti ed infrastrutture della Regione Toscana, Luca Ceccobao, agli amministratori delle province e dei comuni capoluogo toscani.

«Alla provincia di Firenze mancheranno 25 milioni sull’esercizio 2011 e 27 su quello del 2012: in totale 52 milioni». Ha detto il presidente Andrea Barducci, secondo il quale sono così «a rischio» il trasporto pubblico locale («al momento – ha spiegato – abbiamo sospeso il bando di gara»), l’edilizia scolastica, i cantieri stradali.

I tagli riguardano anche le altre province toscane, dal -23,8% di Livorno al -40,9% di Siena: in totale, su tutto il territorio regionale, la manovra inciderà sulle Province per 124 milioni nel 2011 e di 148 nel 2012. «Da una parte si diminuiscono le risorse – ha aggiunto Barducci –, dall’altra, anche dove ci sono le risorse, si impedisce di spenderle per il Patto di stabilità. È una tenaglia micidiale».

A Prato la concessionaria  è stata posta in proroga tecnica fino al 31 dicembre di quest’anno. Poi si vedrà.

A Lucca è saltato l’appalto di 119 milioni che avrebbe dovuto essere bandito dalla provincia per l’affidamento quinquennale dei trasporti pubblici.

Tagliare le risorse al trasporto pubblico locale su gomma avrà conseguenze molto pesanti sul servizio in Toscana. È quanto afferma il presidente di Cispel – Confservizi Toscana Alfredo de Girolamo, secondo il quale le misure conseguenti potrebbero essere «sostanzialmente due: il raddoppio del costo dei biglietti – che chiaramente comporterebbe anche un deterrente per chi usa il mezzo pubblico – oppure la riduzione del 40% dei servizi, che potrebbe avere come conseguenza anche la riduzione del 30% degli addetti»: entrambe soluzioni non solo di smodato impatto, ma anche «di difficile attuazione».

Fortemente preoccupata anche la Fit – Cisl (il sindacato dei trasporti) per i mancati trasferimenti dallo Stato alla Regione,  necessari per il mantenimento dei servizi attuali. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale,  se questa tendenza sarà confermata, in Toscana ci sarà il rischio reale di una forte diminuzione dei servizi, sia su gomma che su ferro. Oltre alle gare per l’affidamento del trasporto su gomma per i prossimi cinque anni, è a rischio, secondo la Fit – Cisl anche il contratto di servizio fra la Regione Toscana e Trenitalia che metterebbe in discussione i servizi del Memorario, con un contenzioso legale con il pericolo di ingoiare ingenti risorse finanziare. Anche gli impegni già sottoscritti, afferma la Cisl, per acquistare nuovo materiale rotabile non possono essere bloccati, se non con conseguenze pesantissime sia per quanto riguarda la qualità del trasporto ma anche e soprattutto per le forti ripercussioni sull’occupazione nell’industria ferroviaria regionale e nazionale.

Protestano anche gli automobilisti contro l’introduzione dei nuovi pedaggi alle uscite dell’autostrada A1, Firenze – Certosa e Siena – Bettolle. I pedaggi saranno aumentati di un euro per le auto e di due per i mezzi pesanti che attraverseranno i caselli di Firenze Certosa e Bettolle – Val di Chiana, sia in entrata che in uscita, e penalizzerà anche i collegamenti interni fra la parte sud della Val di Chiana e le altre zone della provincia, compresa Siena. Inoltre, peserà sui bilanci delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese, già messi a dura prova dalla crisi ed esporrà il territorio senese a una sensibile perdita di competitività, limitando le azioni di ripresa e di rilancio.

La Regione convoca TrenitaliaA rischio ci sono lo smantellamento di servizi ingegneristici e di manutenzione, lo sviluppo e la valorizzazione del Polo dell’Osmannoro, il completamento e l’entrata in funzione dell’impianto Dinamica Sperimentale, il definitivo decollo dell’Agenzia Nazionale Ferroviaria. Il «centro del sapere» sul materiale rotabile del capoluogo toscano è sempre più un ricordo mentre evidenti sono le gravi perdite occupazionali e di competenze tecniche. Come se non bastasse, la chiusura degli scali merci di Grosseto, Chiusi, Empoli, Arezzo e San Giovanni Valdarno accelera il blocco del trasporto su rotaia (stimato intorno al 3 per cento) mai decollato veramente. Non va meglio sul fronte trasporto locale che vive una situazione di «generale» malessere.

La «preoccupante» situazione ferroviaria della Toscana viaggia spedita in commissione Mobilità e infrastrutture del Consiglio regionale presieduta da Fabrizio Mattei (Pd), partendo da una mozione di Marco Carraresi (Udc) sulla quale «si intende trovare un’intesa comune». E se il documento punta il dito su una «situazione di dismissioni, resistenze da parte di Fs, forti diminuzioni degli organici e trasferimenti di servizi in altre città», il dibattito tocca temi e questioni su cui è «diffuso il senso di insoddisfazione». È il caso del trasporto pubblico locale, definito «inqualificabile», che versa in condizioni di inefficienza palese e sulle quali lo stesso gruppo Udc ha interrogato il 30 giugno scorso, dichiarandosi poi «parzialmente soddisfatto», l’assessore ai Trasporti Luca Ceccobao.

Nella discussione della mozione, che ha riscosso «un’ampia condivisione», sono intervenuti il consigliere azzurro Paolo Ammirati, Marco Manneschi (Idv), Marco Ruggeri (Pd), Jacopo Maria Ferri (PdL) Giovanni Santini (PdL).