Toscana
NUOVO PIANO SOCIO-SANITARIO REGIONALE, 14 OSPEDALI IN TOSCANA RISCHIANO DI PERDERE IL PRONTO SOCCORSO
La Regione scrive “ospedale di fascia A“, e per il cittadino significa veder finire la propria salute in serie B con un poliambulatorio senza più il suo pronto soccorso: accade col nuovo Piano sociosanitario integrato regionale (Pssir) che di fatto elimina il pronto soccorso dagli ospedali definiti «di fascia A», tranne alcuni che possiedono specificità precise.La denuncia arriva dal Vicepresidente della Commissione sanità in Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl): «Con questo vero e proprio declassamento di alcuni ospedali alla stregua di poliambulatori, secondo la calzante definizione di alcuni sindaci, non tutti i toscani avranno pari opportunità rispetto all’erogazione dei servizi sanitari, soprattutto in situazioni di emergenza». “Non esiste, a quanto ci viene riferito dagli uffici regionali, un elenco degli ospedali di fascia A”. Esiste però un elenco di quelli con meno di 120 posti letto molti dei quali, al netto di alcune specificità, rientreranno nella cosiddetta fascia A’. Gli ospedali a rischio, secondo il consigliere del Pdl, sarebbero 14: Fivizzano, Pontremoli, Barga, Castelnuovo, San Marcello, Volterra, Portoferraio, Casentino, Valtiberina, Valdichiana, Orbetello, Pitigliano, Casteldelpiano, Figline Valdarno. Non poca cosa, soprattutto perché i territori interessati sono in larga misura quelli morfologicamente più complicati: «Si tratta più che altro delle aree montane osserva Mugnai che rappresentano il 57% del territorio toscano con ben 1 milione di abitanti, o comunque di aree spesso difficilmente raggiungibili. E’ evidente che, con simili proporzioni, l’impatto di un simile provvedimento sulle strutture destinate all’emergenza-urgenza e al primo soccorso diventa assolutamente penalizzante». E poi, al solito, c’è la scelta dei termini: «La giunta continua a definire queste strutture di fascia A ospedali’ spiega Mugnai mentre sa perfettamente di volerli trasformare in semplici poliambulatori. Ancora una volta, da parte della Regione manca il coraggio di chiarire la propria volontà con una scelta lessicale coerente ai fatti. E i fatti ci dicono che, se un ospedale perde il pronto soccorso, perde la sua stessa essenza e diventa un’altra cosa. Legittima e del tutto naturale, dunque, la preoccupazione manifestata oggi dai sindaci dei territori interessati al provvedimento».