Italia

Nuovo governo: l’esecutivo Conte incassa la fiducia anche al Senato. 169 favorevoli, 133 contrari

Con 169 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astenuti, l’Aula di Palazzo Madama ha dato la fiducia al nuovo governo presieduto da Giuseppe Conte approvando la mozione presentata dai senatori Perilli (M5S), Marcucci (Pd) e De Petris (Leu) e Laniece (Autonomie).  L’esito del voto è stato proclamato poco fa dalla presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Nella sua replica a Palazzo Madama, il premier Conte ha palato anche di riduzione del cuneo fiscale, della questione del suicidio assistito di cui si sta occupando la Corte costituzionale, dei migranti che arrivano in Italia e della nuova Commissione europea nella quale avrà un portafoglio importante l’ex premier Paolo Gentiloni. Ecco una sintesi del suo discorso.

Cuneo fiascale. «Quando ragioniamo di un cuneo fiscale a totale vantaggio dei lavoratori – ha detto Conte – lo facciamo perché riteniamo di non dover prendere in giro gli italiani e siamo consapevoli che, in prospettiva di una manovra economica immediata che ci impegnerà nella prima riforma strutturale, vale a dire contenere ed evitare l’incremento dell’Iva, le risorse attuali scarseggeranno» ma «in prospettiva ci auguriamo di poter avere maggiori risorse anche a favore delle imprese». Parlando di riforma fiscale, il premier ha sottolineato che «la vogliamo impostare con riguardo ad un incentivo per le imprese, non vogliamo che siano dissuase dal crescere in ragione di una tassazione più penalizzante». Conte ha anche voluto chiarire circa un «equivoco» sul mondo produttivo: «Siamo fortemente determinati a incrementare la crescita economica del Paese, siamo consapevoli della debolezza della domanda interna».

Tutela dell’ambiente. «Lavoreremo a rafforzare il sistema dell’export», ha assicurato, ribadendo che «vogliamo orientare il Paese verso l’economia circolare. Per questo, nella prospettiva delle riforme costituzionali a cui lavoreremo ci impegneremo a proporre l’inserimento nella Costituzione del principio di tutela dell’ambiente, del rispetto della biodiversità e dello sviluppo sostenibile».

Scuola e ricerca. Conte ha anche ricordato che il programma «rimarca molto l’importanza di investire nella scuola, nell’università, nella ricerca». «Il nostro obiettivo – ha spiegato – non è tanto o solo investire di più ma investire meglio nella conoscenza perché il volto futuro dell’Italia verrà disegnato soprattutto da quello che riusciremo a fare in termini di investimenti in questo comparto». E sull’agricoltura ha rinnovato l’impegno per «rafforzare le punte d’eccellenza, migliorare e potenziare l’intera filiera agroalimentare».

Eutanasia e suicidio assistito. Quello sul suicidio medicalmente assistito «è un dibattito che coinvolge questioni politiche, morali, deontologiche, filosofiche. Mi sembra improprio ricondurlo ad un’iniziativa di governo. Personalmente mi auguro che il Parlamento trovi il modo, le occasioni per poter approfondire queste questioni e lo possa fare rapidamente. Diversamente si arriverebbe ad una pronuncia della Corte costituzionale che ha un raggio di azione limitato, date le sue competenze. Sarebbe auspicabile che si possa trovare un’ampia condivisione per potere intervenire e legiferare in materia». Il premier, nella sua replica, ha spiegato che è stato lui stesso a volere che il tema non fosse inserito nel programma di governo e ha auspicato, richiamando quanto osservato dal Comitato nazionale di bioetica, che «su questo tema sarebbe opportuno incentivare il ricorso alle cure palliative, sarebbe importante rafforzare tutte le misure che sono volte ad alleviare la sofferenza dei malati inguaribili e lavorare per rafforzare la formazione bioetica degli operatori sanitari».

Porti aperti e porti chiusi. «D’ora in poi evitiamo di concentrarci ossessivamente sullo slogan ‘porti aperti, porti chiusi’». È l’appello rivolto dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nella sua replica nell’Aula di Palazzo Madama rivolgendosi sia alle forze politiche sia a tutti i cittadini. «Sul tema dell’immigrazione – ha spiegato il premier – il governo ha già chiarito che lavorerà su un piano multilivello, come merita di essere affrontato». «Intensificheremo la cooperazione con i Paesi di origine, dove hanno origine i traffici illeciti, lavoreremo con i Paesi di transito, dove sono concentrate queste rotte dei flussi migratori, lavoreremo per contrastare i traffici illeciti perché questa è una tratta inumana, lavoreremo per contrastare l’immigrazione clandestina perché riteniamo che uno Stato sovrano abbia il diritto di regolamentare l’accesso nei propri confini, lavoreremo per consentire una più completa integrazione di coloro che hanno diritto a stare sul nostro territorio». «Dobbiamo assolutamente rafforzare il meccanismo dei rimpatri e allargare lo spettro; in questo momento abbiamo pochi accordi, dobbiamo concluderne molti altri». Il fenomeno, con cui Conte ha già parlato con Ursula von der Leyen, «va gestito a livello europeo» e per questo bisogna «modificare il Regolamento di Dublino».

Decreti sicurezza da modificare. Sui decreti sicurezza «il governo raccoglierà le osservazioni del presidente della Repubblica», ha assicurato il premier, ricordando come «qualsiasi norma, qualsiasi circolare, qualsiasi regolamento amministrativo» vada «interpretato in senso costituzionalmente conforme».

Gentiloni e l’Europa. Come commissario europeo, Paolo Gentiloni «sarà un importante presidio per l’Italia, non per la singola maggioranza di turno ma anche per chi verrà dopo questo governo», ha affermato Giuseppe Conte. Dopo aver sottolineato che il portafoglio agli affari economici affidato a Gentiloni «è il più importante che c’è», il premier ha evidenziato che «dovremo fare di tutto per confidare di poter realizzare le riforme che stanno tanto a cuore al nostro Paese, siamo in una prospettiva di nuova legislatura». «Confido, su questo versante, che anche le forze di opposizione vorranno dare il loro contributo – ha proseguito Conte – perché quello che riusciremo a costruire in questa legislatura rimarrà comunque a beneficio di tutti gli italiani».

Cambiare il patto di stabilità. «Vogliamo modificare, rivedere il Patto di stabilità e di crescita», ha spiegato il premier: «Vogliamo fare in modo che queste regole europee assecondino la crescita economica e soprattutto lo sviluppo sostenibile dell’Italia e dell’Europa intera». «Vogliamo che ci siano maggiori piani d’investimento per quanto riguarda le tante periferie dell’Europa, non solo o geografiche», ha aggiunto, spiegando che «vogliamo approfittare perché di questo piano di investimenti più corposo possa beneficiare il nostro Sud». Inoltre, «vogliamo che l’Europa investa più cospicuamente nel continente africano perché «è impensabile che l’Ue investa di meno di ciò che investe la Cina in Africa».