Anche le Chiese ortodossa, protestante, anglicana e vetero-cattolica scendono in campo per chiedere alla “Convenzione sul futuro dell’Europa” di riconoscere le Chiese e le comunità religiose come “partner di dialogo” dell’Unione Europea. La raccomandazione è stata adottata all’unanimità dal Comitato centrale della Conferenza delle Chiese europee (Kek), a termine della riunione annuale che si è svolta a Morges (in Svizzera) dal 3 al 9 giugno. Alla Kek fanno parte 126 Chiese cristiane di tutti paesi europei. In una nota diffusa oggi, le Chiese si appellano, ancora una volta, alla Convenzione sul futuro dell’Europa che riunisce i rappresentanti dei 15 paesi membri dell’Ue e dei 13 paesi candidati. La Kek incoraggia le Chiese cristiane a “impegnarsi attivamente nel dibattito sul futuro dell’Europa” ma allo stesso tempo lancia un appello: “Le Chiese e le comunità religiose dovrebbero essere riconosciute come partner di dialogo, avendo contributi specifici da apportare allo sviluppo della politica europea, in diversi ambiti”. La Kek chiede alle istituzioni europee di stabilire “un sistema appropriato di consultazione” con le Chiese ed ha insistito sulla “importanza di un dibattito sulla vita democratica e la partecipazione a tutti i livelli dell’Europa”. Composto da 40 membri, l’organo direttivo della Kek ha anche preso un certo numero di altre decisioni. A livello dei rapporti con la Chiesa cattolica, la Kek ha accolto favorevolmente la proposta di indire con il Consiglio delle Conferenza episcopali europee (Ccee) una Terza Assemblea ecumenica (dopo quelle di Basilea e Graz), ma non prima del 2006. E’ stata anche approvata l’iniziativa di chiedere “una tregua olimpica” durante le prossime Olimpiadi di Atene 2004. “Questa inizativa – spiegano alla Kek – ha lo scopo di rianimare l’antica tradizione che voleva che tutte le guerre fossero sospese durante tutta la durata dei giochi olimpici”. Sir