Nel 2008 gli operatori della Caritas diocesana avevano avuto almeno un colloquio approfondito con 1.460 persone. Ed avevano erogato buoni per servizi cosiddetti «a bassa soglia»: mense, pacchi spesa e docce. Già, le docce. Fino ad oggi i senza fissa dimora che bussavano alla porta del Centro di ascolto, ritiravano un buono e con questo si presentavano ai bagni della stazione ferroviaria di Pisa. Ora potranno lavarsi direttamente in Caritas, a Pisa in via delle Sette Volte. Le docce per i poveri sono state inaugurate sabato scorso. Come ha detto il direttore della Caritas don Emanuele Morelli «è significativo che le docce siano collocate in un luogo centrale e bello della città». Una scelta che «rilancia» una sfida aperta a tutta la comunità: «dobbiamo essere capaci di accogliere e offrire a tutti un luogo dignitoso».Anche l’arcivescovo, monsignor Giovanni Paolo Benotto, ha sottolineato come le nuove docce cerchino di soddisfare uno dei tanti bisogni dei poveri che vivono nella città di Pisa. «Non pensiamo di risolverli tutti, ma cerchiamo almeno di mettere le persone nella condizione di essere ascoltate da qualcuno» ha osservato l’arcivescovo, sottolineando come tutti gli utenti del centro d’ascolto della Caritas qui trovino «un’altra persona che li sappia e li voglia accogliere». Il tema dell’accoglienza è stato il filo conduttore anche dell’intervento del sindaco di Pisa, Marco Filippeschi: dopo avere ringraziato la Caritas e tutta la chiesa pisana, Filippeschi ha rimarcato come le istituzioni pubbliche abbiano bisogno «di una società viva, capace di dare risposte e di rendere Pisa una città a forte vocazione all’accoglienza, e nello stesso tempo capace di garantire la sicurezza dei suoi abitanti». Erano presenti all’inaugurazione anche Maurizio Sbrana, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, grazie al cui contributo (unito a quello Cei 8xmille Italia e a quello della famiglia Sconosciuto) le docce sono state realizzate; e Giuseppe Cecchi, direttore della Società della Salute Area Pisana.Andrea Zanotto