Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Nuova vita per la cripta di San Francesco.

Confindustria Arezzo ha in corso un accordo con la Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici di Arezzo, che prevede una sorta di «adozione» della cripta della Basilica di San Francesco. Denominata comunemente «sottochiesa», fu studiata da Mario Salmi che in essa individuò due distinti oratori affrescati nel periodo barocco, di cui gli affreschi sono stati in parte staccati e collocati in un deposito sottostante la chiesa stessa.L’accordo riguarda tutte le imprese interessate; prevede la possibilità di valorizzare, con eventi ed iniziative imprenditoriali e promozionali, i beni ed i luoghi appartenenti al ricco patrimonio storico e culturale aretino.Le imprese dovranno impegnarsi a concorrere alla valorizzazione e alla conservazione del patrimonio stesso, a partire dagli interventi sulle fondamenta della basilica e dal monitoraggio statico e climatico degli ambienti, sui quali intende impegnarsi da subito Confindustria Arezzo quale promotore e primo soggetto attuatore dell’accordo.«Il rapporto tra impresa e beni culturali mira alla valorizzazione del patrimonio artistico- culturale del territorio e alla promozione della cultura italiana a livello nazionale ed internazionale come volano di sviluppo, in un’ottica di integrazione fra pubblico e privato – spiega Giovanni Inghirami, Presidente di Confindustria Arezzo – d’altra parte i valori dell’estetica uniti ai valori dell’etica, dei quali dobbiamo sempre più farci portatori, trovano espressione nella responsabilità sociale tramite iniziative e progetti di sensibilizzazione, informazione e diffusione culturale sul territorio, per stimolare tutte le imprese – e tante lo stanno già facendo – ad intensificare azioni concrete su questo fronte. L’accordo va in questa direzione e il primo atto è la compartecipazione della nostra Associazione alla realizzazione degli interventi per la conservazione del sito di San Francesco».La Soprintendenza auspica per il futuro che ogni azione di salvaguardia e tutela sia intrapresa a seguito di un’attenta disamina dello stato di conservazione dei beni culturali presenti sul territorio, perché possa essere formulato un progetto che individui le priorità e collochi nel tempo gli interventi, tenendo presenti le necessità della fruizione dei beni.